Afghanistan, la prossima crisi potrebbe essere quella delle code ai bancomat

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Senza riserve monetarie e priva di aiuti finanziari dall'estero il paese potrebbe ben presto trovarsi in una crisi di liquidità. Con gli afghani in coda a ritirare i propri soldi ai bancomat. Guarda il video

La presa di kabul da parte dei talebani (LO SPECIALE DI SKY TG24) potrebbe avere una conseguenza per ora ancora sottovalutata: una crisi di liquidità. Già sabato e domenica si erano verificati casi di corsa ai bancomat per ritirare quanto più denaro possibile. Una situazione che si è sempre verificata nella storia in caso di scarsa fiducia nel sistema finanziario (per esempio in occasione delle prime crisi bancarie nel 2007).

 

Con l'arrivo dei talebani al potere gli organismi internazionali hanno interrotto gli aiuti finanziari al paese (su cui si basa il 43 per cento del Pil). E anche le garanzie della banca centrale afghana sono state congelate, visto che la gran parte si trova all'estero, in particolare negli Usa.

Senza riserve monetarie e con gran parte dei capitali bancari congelati all'estero l'Afghanistan potrebbe cadere ben presto in una crisi di liquidità. Vale a dire che le banche potrebbero avere difficoltà a restituire il denaro risparmiato dai contribuenti nei conti correnti. Allora gli afghani - come già accaduto - correrebbero ai bancomat per ritirare quanto più possibile, acuendo le difficoltà degli istituti di credito. Si innesterebbe così una spirale negativa, che potrebbe portare alla svalutazione della valuta nazionale e a un'impennata dell'inflazione.

 

Ne ha parlato Claudia Segre (Global Thinking Foundation) a Sky TG24 Business. Guarda nel video il suo intervento. E guarda qui sotto l'intera puntata del programma, in cui è stato ospite anhce Antonio Cesarano (Intermonte Sim).

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