Recovery, come saranno spesi i primi soldi: 14 miliardi, dagli asili alle ferrovie

Economia

Lorenzo Borga

Il governo ha previsto 14 miliardi di spese per il 2021, oltre al miliardo e mezzo che punta a farsi rimborsare per il 2020. Prima voce di spesa lo stimolo degli investimenti privati.

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Con i 25 miliardi di euro del Recovery Fund in arrivo entro la prima settimana di agosto il nostro paese deve farsi trovare pronto per la spesa. Perché la roadmap concordata con l’Europa è densa e delicata.

 

Nelle tabelle italiane inviate a Bruxelles a maggio, non ufficiali ma confermate da fonti del Ministero dell’Economia, si delinea quanto e come verrà speso dei fondi europei. I soldi arriveranno infatti come rimborso di spese che il nostro paese dovrà anticipare: non a caso tra le voci compaiono anche importi relativi all’anno scorso per 1,6 miliardi di euro. Per il 2021 invece la voce di spesa principale sarà il programma Transizione 4.0 che punta a stimolare investimenti privati in macchinari industriali e formazione che sarà pagata per più di 1 miliardo e 7 dai sussidi europei. Segue la spesa per sostenere le aziende italiane sui mercati esteri e quella per mettere in sicurezza il territorio dal punto di vista idrogeologico e per l’efficientamento energetico, su cui già per l’anno scorso saranno rimborsati 450 milioni. C’è poi spazio per le ristrutturazioni degli edifici scolastici e per la costruzione di nuovi asili nido e servizi per l’infanzia, per cui si punta alla fine del 2025 ad avere circa 264mila posti in più. Ci sono anche i soldi per l’assunzione di nuovo personale nei tribunali, già deciso dal governo, e per alcune tratte ferroviarie. 341 milioni per la Brescia-Padova, 80 per la Napoli-Bari, 25 per la Palermo-Catania. E avanzano pure 56 milioni per l’app IO, la principale chiave di accesso al green pass.

 

In totale quasi 14 miliardi, a cui se ne aggiungeranno 10 per il prossimo anno quando la spesa dovrà essere raddoppiare. Sempre che riusciremo a rispettare scadenze e impegni: entro la fine dell'anno la maggioranza dovrà tenere fede a 52 impegni che richiedono l’entrata in vigore di centinaia di leggi, decreti legislativi e decreti ministeriali per porre le basi dei progetti da finanziare e delle riforme.

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