Appalti più liberi col Recovery Fund, ma crescono i rischi

Economia

Simone Spina

Fanno discutere le norme della bozza del Decreto Semplificazioni. Meno vincoli e iter più rapidi per assegnare i cantieri. Ma si temono ripercussioni sulla sicurezza dei lavoratori e maggiori infiltrazioni criminali.

Da un lato c’è la necessità di snellire la burocrazia, dall’altro quella di evitare infiltrazioni criminali e garantire l'incolumità dei lavoratori. Le regole per affidare gli appalti pubblici che partiranno coi soldi del Recovery Plan non sono ancora state decise ma infiammano la maggioranza.

La soluzione va trovata in fretta perché il governo entro la fine del mese vuole varare il decreto Semplificazioni, necessario per dimostrare all’Europa che l’Italia sarà in grado di spendere gli oltre 200 miliardi di aiuti anti-crisi.

 

Nel mirino ci sono le norme sull’aggiudicazione dei cantieri. E, in particolare, il criterio del “massimo ribasso”. In pratica, vincerebbe la gara la ditta che chiede meno soldi per eseguire i lavori. Inoltre, l’impresa che ottiene l’appalto potrebbe affidare il cantiere a più aziende senza alcun limite.

 

Sparirebbe quindi il vincolo esistente, secondo il quale non si può delegare in subappalto più del 40 per cento dei lavori. La progettazione e l’esecuzione, poi, potrebbero essere affidati alla stessa azienda con un’unica gara e, infine, si allargherebbe la possibilità di assegnare servizi e forniture senza asta, quindi in affidamento diretto, o con un numero ristretto di partecipanti.

 

Se l’intento è quello di accelerare i tempi spesso biblici per costruire, per esempio, un ponte e riuscire finalmente a spendere tutti i fondi europei che ci vengono dati, è anche vero che sono molti i rischi potenziali.

 

In primis, il timore che norme meno stringenti affievoliscano i controlli e favoriscano le mafie ma anche che, affidando un cantiere a chi offre il prezzo più basso, poi si risparmi - come sostengono i sindacati - sulla sicurezza negli ambienti di lavoro o, ancora, si chiedano varianti e perizie aggiuntive facendo lievitare i costi.

 

Insomma, il quadro non è chiaro e Bruxelles, che per gli appalti fissa direttive meno rigide, attende una risposta.

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