Uno dei punti centrali del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza è quello delle Infrastrutture, per questo al Ministero guidato da Enrico Giovannini vanno complessivamente quasi 62 miliardi da spendere per investimenti. Lo Skywall
Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, è uno dei ministeri chiave nell’esecuzione del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, anzi è il primo ministero per investimenti. Dovrà gestire progetti per ben 62 miliardi anche con interventi trasversali che spaziano in 4 delle 6 missioni.
Le risorse per le Infrastrutture
Quarantuno miliardi arrivano dai fondi europei del Next Generation Eu, a cui si aggiungono risorse nazionali per quasi 21 miliardi, tra Fondo complementare e ulteriori dotazioni integrative finanziate con lo scostamento di bilancio.
Grande attenzione al Mezzogiorno, per superare i divari con il resto d’Italia: il 56% dei capitali complessivi, 34,6 miliardi, è infatti destinato a interventi per il Sud, dove finalmente arriverà in maniera importante l’Alta Velocità. Oltre 11,2 miliardi, di pertinenza del Fondo complementare, ad esempio, sono solo per la linea Salerno - Reggio Calabria.
Le principali aree di intervento
Ma nel complesso del Paese le principali aree di intervento riguarderanno non solo l’estensione di Alta Velocità e Alta Capacità ferroviaria con 25 miliardi, c’è anche il potenziamento delle reti regionali per 5,45 miliardi. Agli investimenti sul trasporto pubblico locale e nelle aree urbane andranno 8,4 miliardi dedicati anche alla trasformazione in senso ecologico di treni, autobus e navi. Ad esempio c'è l'obiettivo di rendere totalmente elettrici i mezzi pubblici di Milano, Roma e Napoli. Inoltre sono previsti 3,8 miliardi per l’ammodernamento e il potenziamento dei sistemi portuali.
Obiettivo mobilità sostenibile
Tutto questo per viaggiare meglio, in modo più veloce e sicuro, ma anche inquinando di meno. Tra cura del ferro con il potenziamento del trasporto ferroviario, l’acquisto di nuovi mezzi pubblici elettrici, a idrogeno e a metano, si stima un risparmio di 2,3 milioni di tonnellate annue di emissioni di CO2.
Del resto, se guardiamo alla situazione di partenza dal punto di vista della sostenibilità ecologica dei trasporti, c'è molto lavoro da fare: l'Italia ha il numero di autovetture più alto in rapporto alla popolazione tra i principali Paesi europei, sono 663 ogni 1.000 abitanti. Al contrario, per estensione della rete ferroviaria siamo ultimi con solo 28 chilometri ogni 100mila abitanti, lontanissimi dalla Germania che ne ha ben 47.