
Mutui, tasso fisso in rialzo: la rata costa di più, cosa conviene fare?
Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è l’1,30% e continuano a essere molto favorevoli le condizioni dei prestiti fissi. Le banche stanno continuando a tagliare i loro spread perché preferiscono avere clienti a tasso fisso, ma probabilmente questa situazione non è destinata a durare: meglio passare al tasso variabile?

Restano su livelli minimi i tassi sui nuovi mutui bancari. Come si legge nel rapporto mensile Abi a febbraio 2021 i tassi di interesse "sulle operazioni di finanziamento si mantengono su livelli particolarmente bassi, sui minimi storici". Il tasso medio "sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è l'1,30% (1,27% a gennaio 2021, 5,72% a fine 2007)"
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Ma i segnali che arrivano soprattutto da oltreoceano con il rialzo dei tassi sui mercati obbligazionari, unito alle aspettative sulla ripresa dell’inflazione, potrebbero avere conseguenze anche sull’Italia, a cominciare dai mutui
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Le condizioni ancora molto favorevoli dei prestiti fissi spiegano perché il 2020 si sia concluso, secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, con transazioni nell’ultimo trimestre addirittura in ripresa rispetto al 2019. Un quadro però che vede, come spiega il Corriere, i dati della provincia nettamente migliori rispetto a quelli delle città
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In particolare, sui dati del broker mutuiOnline.it riportati dal Corriere, i numeri evidenziano che per ottenere 120mila euro per l’acquisto di una casa del valore di 200mila a tasso fisso (media dei 10 migliori prodotti) si paga lo 0,71% a 20 anni e l’1,13% a 30 anni. Negli indicizzati, ovvero a tasso variabile, la media è a 20 anni 0,53%, a trent’anni 0,71%
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Secondo la ricognizione di MutuiSupermarket.it, riportata da Repubblica, da inizio anno gli Irs, gli indici su cui si basa il calcolo dei costi per i mutui a tasso fisso, di durata superiore ai 20 anni sono saliti in media di 40 punti base. Per la durata a vent'anni, ad esempio, si è passati dallo 0,07% medio di gennaio allo 0,29% in febbraio e quindi allo 0,46% di adesso

In compenso l'Euribor, l'indice di riferimento per i mutui a tasso variabile, sembra immune rispetto all'Irs: nel mese di marzo 2021 registra una media di -0.54%, in sostanziale stabilità rispetto i mesi precedenti. I tassi fissi sono aumentati rispetto a sei mesi fa solo di dieci centesimi nel ventennale e di 17 nel trentennale

Negli ultimi anni, con l'azione delle Banche centrali, i mutui a tasso fisso hanno dominato il mercato perché i debitori si sono potuti garantire condizioni di tassi favorevolissimi per sempre, tanto che lo spread rispetto ai tassi variabili si è praticamente chiuso. Tanto che il tasso variabile rappresenta oggi soltanto tra il 5 e il 10% del mercato

Ma ora, con il possibile aumento dell’Euribor, potrebbe tornare ad aprirsi quella forbice che storicamente ha premiato i tassi variabili

In molti però scommettono che il ritorno dell’Euribor al segno positivo non avverrà prima della fine del 2025. Potrebbe essere dunque prematuro in questa fase puntare sul tasso variabile, legato alla volatilità del mercato