
Bonus Sud, cos’è e a chi spettano le agevolazioni previste per il 2021
Anche quest’anno, proprio come il decreto Agosto aveva previsto per il 2020, è stata confermata la decontribuzione al 30% fino al 2029 ai datori di lavoro privati, anche non imprenditori, in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Ecco tutti i dettagli

Con una recente circolare, l’Inps ha chiarito alcuni punti del cosiddetto Bonus Sud, ovvero quelle agevolazioni previste per i datori di lavoro privati, anche non imprenditori, che operano nelle regioni del Mezzogiorno
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Nello specifico si tratta della decontribuzione al 30% già prevista dal decreto Agosto per il 2020 e che è stata confermata fino al 2029 con l’ultima legge di Bilancio
La circolare dell'Inps sul Bonus Sud
L’Inps però precisa che, nonostante l’estensione fino al 2029, è prevista una rimodulazione delle quote relative alle agevolazioni
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Infatti la percentuale della decontribuzione Sud è pari al 30% della contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’Inail, sino al 31 dicembre 2025

Poi passa al 20% della contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’Inail, per gli anni 2026 e 2027
Ed infine si riduce al 10% della contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’Inail, per gli anni 2028 e 2029

Il bonus Sud anche nel 2021, conferma l’Istituto, spetta in riferimento ai rapporti di lavoro subordinato, con esclusione del settore agricolo e dei contratti di lavoro domestico

La condizione necessaria è che “la sede di lavoro sia situata in regioni che nel 2018 presentavano un prodotto interno lordo pro capite inferiore al 75% della media EU27 o comunque compreso tra il 75 e il 90%, e un tasso di occupazione inferiore alla media nazionale”
Si tratta dunque di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia

Il bonus Sud 2021, ricorda Inps, non si applica come stabilito dalla Legge di Bilancio 2021 ad alcune categorie quali: agli enti pubblici economici, istituti autonomi case popolari trasformati in enti pubblici economici, gli enti trasformati in società di capitali, ancorché a capitale interamente pubblico

Esclusi dalla decontribuzione anche gli ex IPAB trasformate in associazioni o fondazioni di diritto privato ed iscritte nel registro delle persone giuridiche e le aziende speciali costituite anche in consorzio (ai sensi degli artt. 31 e 114 del D.Lgs. 267/2000, Testo unico sugli enti locali), i consorzi di bonifica e industriali, gli enti morali e gli enti ecclesiastici

Va ricordato inoltre che il bonus Sud 2021 può essere richiesto anche dai datori di lavoro che non abbiano la sede legale in una delle regioni elencate purché le unità produttive per cui si chiede la decontribuzione al 30% si trovino, appunto, in uno di questi territori

Inoltre, per accedere al bonus, è necessario che il datore di lavoro certifichi l’assenza di violazioni delle norme fondamentali a tutela delle condizioni di lavoro e rispetto degli altri obblighi di legge

Necessario anche il rispetto degli accordi e contratti collettivi nazionali, nonché di quelli regionali, territoriali o aziendali, sottoscritti dalle Organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale

Infine, il datore di lavoro deve essere in regola con i versamenti contributivi per poter accedere al bonus Sud 2021