Donne dirigenti in aziende aumentano nel 2021 nel mondo. Ma l'Italia resta indietro

Economia

I dati della ricerca globale “Women in business 2021” di Grant Thornton evidenziano segnali di ottimismo sulle donne in posizione di vertice nelle imprese. Nel nostro Paese sono passate dal 28% al 29% ma la media mondiale è al 31% con la Francia al 33% e la Germania al 38%

Sono sempre di più ma ancora poche le donne nelle posizioni di vertice nelle aziende. E’ quanto emerge dai dati dell’ultimo report “Women in business 2021”, ricerca effettuata a livello globale su circa 5.000 imprese del mid-market in 29 nazioni tra cui l’Italia, da Grant Thornton, network globale che si occupa di consulenza e revisione per le imprese. Proprio nel nostro Paese seppur si registri una lieve crescita delle quote rosa ai posti di comando, si è ancora indietro rispetto alla media mondiale.

Donne al vertice delle aziende, i miglioramenti a livello globale

La prima parte del 2021, secondo la ricerca di Grant Thornton,  evidenzia segnali di ottimismo passando al 31% di donne che occupano una posizione nel senior management rispetto al 29% nel 2020. Inoltre, sempre sul mercato globale, cresce la percentuale di imprese con almeno una donna nell'alta dirigenza (90% nel 2021 rispetto all’87% nel 2020). Tra i risultati delle risposte degli intervistati emerge una crescita rilevante riguardo alle donne che ricoprono la posizione di amministratore delegato (26% nel 2021 contro il 20% nel 2020) e CFO (36% nel 2021 contro il 30% nel 2020).

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Le azioni intraprese dalle aziende negli ultimi mesi

Questa tendenza positiva riflette un numero più elevato di azioni intraprese dalle aziende negli ultimi sei mesi per migliorare e preservare la parità di genere e valorizzare il valore femminile all'interno della leadership aziendale. Analizzando le risposte delle e dei manager intervistati, le due azioni che sono state implementate maggiormente a livello globale sono state la garanzia della parità di accesso alle opportunità di lavoro e di sviluppo (39% nel 2021 contro il 34% nel 2020) e la creazione di una cultura inclusiva all'interno della propria azienda (36% contro il 34% nel 2020). Riguardo alla parità di accesso, l’Italia (26%) riporta un dato inferiore alla Spagna (35%) e agli USA (48%) ma superiore a nazioni come la Germania (23%).

epa09009797 Italian Labour Minister Andrea Orlando arrives for the first Council of Ministers at Chigi Palace in Rome, Italy, 13 February 2021. Former European Central Bank (ECB) chief Mario Draghi has been sworn in as Italy's prime minister after he put together a government, securing broad support across political parties following the previous coalition's collapse.  EPA/ETTORE FERRARI / POOL

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Ma l’Italia resta indietro

“In Italia si può migliorare ed accelerare il processo di equilibrio di genere e di valorizzazione del talento femminile inteso come opportunità per una cultura aziendale maggiormente multidisciplinare, innovativa e competitiva”, afferma Barbara Guglielmetti, Senior Manager di Ria Grant Thornton. “Si registra un leggero miglioramento rispetto al 2020 nelle risposte degli intervistati (29% contro il 28%) sulle donne in posizione di vertice ma tale risultato non si conferma se estendiamo il confronto con la media mondiale (31%) e con singole nazioni europee come Francia (33%) e Germania (38%)”.

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In Italia diminuiscono le donne amministratore delegato

Un altro aspetto negativo è mostrato dal tipo di carica che una donna occupa nei ruoli di vertice nelle imprese italiane. Rispetto al 2020 solamente le posizioni di CFO (30% contro 29%) e Chief Marketing Officer (22% contro 16%) sono in crescita ma restano comunque inferiori a quelle globali, rispettivamente (36%) e (23%). Funzioni come l'amministratore delegato, ad esempio, oltre ad essere dirette da un minor numero di donne rispetto al 2020 (18% contro il 23%) e inferiori rispetto a paesi come Germania (27%) e USA (28%), corrispondono solo alla metà della percentuale globale (36%).

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