Ecobonus auto, fondi 2021 in esaurimento: come usufruirne

Economia

I dati del MISE: già esaurito un terzo circa delle risorse stanziate per benzina e diesel di ultima generazione, molto più a rilento la richiesta per ibride ed elettriche

Non erano poi tantissimi, e stanno già finendo. I soldi stanziati dal Governo per l’ecobonus auto – tecnicamente, l’incentivo all’acquisto per auto a basse emissioni inquinanti – vanno così bene che, nella seconda metà di gennaio, sono già stati usati per un terzo. Anzi, meglio, bloccati. Dal 18 gennaio infatti è scattata la possibilità di prenotazione per i concessionari, e dei 250 milioni messi a disposizione nella legge di bilancio ne sono rimasti 163.

 

Solo 8 milioni richiesti per ibride e full electric

Attenzione, parliamo dei soldi destinati ad auto a benzina e diesel cosiddetti puliti. Come segnala anche il bonus tracker di Sky TG24, meno folla si accalca, invece, per le auto elettriche e ibride: i 120 milioni a disposizione stanno ancora quasi tutti lì, ne sono stati usati meno di 10, secondo i dati pubblicati dal Ministero dello sviluppo economico. E si sommano ai 160 milioni ancora inutilizzati di fondi precedenti. È un mercato questo, che fatica a decollare. Non solo in Italia, dove – nonostante il bilancio nel complesso positivo di un anno particolare come il 2020 – non riesce ancora a superare la soglia del 15% dell’intero parco auto. Peraltro, la spinta governativa verso questo tipo di veicoli – quelli da emissioni inferiori ai 60 grammi di CO2 al Km – è pressoché doppia rispetto alle vetture che superano questa soglia: considerando anche l’eventuale rottamazione dei vecchi modelli, si può arrivare a 10mila euro di bonus, contro i 4mila di incentivo massimo per le auto a motori “tradizionali” ossia benzina e diesel.

 

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Le resistenze all'auto elettrica

Le resistenze all’acquisto di auto elettriche sono sempre le tre storiche, spiega un report del centro studi Promotor: costi elevati rispetto alle auto tradizionali, autonomia limitata e, soprattutto, la questione ricarica: le stazioni in Italia sono poche, sparpagliate, e frammentate in diverse tecnologie. Senza contare i tempi ancora lunghi e incerti della ricarica stessa. La sensazione, dicono gli esperti, è che possa aumentare il pressing per spostare parte delle risorse finora inutilizzate per le auto elettriche e ibride verso quelle tradizionali (seppur di ultima generazione quindi meno inquinanti) a benzina e diesel.

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