
Effetto Covid-19 sui prezzi: ecco come la spesa media è aumentata o diminuita nelle città
Secondo uno studio dell'Unione Nazionale Consumatori, realizzato elaborando i dati Istat, l’Italia è per la terza volta in deflazione dal 1959. Se in 19 città si è registrato un aumento della spesa media (con in testa Bolzano, +254 euro a famiglia), in 47 è stato segnato un netto calo. Venezia è quella con la contrazione dei prezzi più elevata: -0,7%, con un risparmio di 187 euro. Quasi tutto il Nord in deflazione. Ma la frenata dei prezzi, spiega l'Unc, non sempre è una buona notizia

L’effetto del Covid-19 si fa sentire anche sui prezzi tanto che, nel suo complesso, l'Italia nel 2020 è per la terza volta in deflazione dal 1959. È quanto risulta da uno studio dell'Unione Nazionale Consumatori (Unc) realizzato elaborando i dati Istat
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Nel 2020 in Italia in un ristretto numero di città - 19 - si è registrato un aumento della spesa media mentre in un numero molto più ampio - 47 - si è registrato un netto calo
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Al primo posto per aumenti c’è Bolzano: +254 euro a famiglia. Seguono Grosseto (+208) e Cosenza (+138)
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Quarto posto per Napoli che, con la terza inflazione più elevata, +0,6%, ha un aumento per una famiglia media pari a 131 euro su base annua
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Al quinto posto Perugia, dove il +0,5% dei prezzi determina una crescita della spesa di 119 euro
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Seguono Trento (+0,5%, +117 euro), Trapani (+0,5%, +98 euro) e all'ottava posizione Benevento (+0,3%, +61 euro). Poi Arezzo (+0,2%, +52 euro). Chiude la top ten Novara (+0,2%, +49 euro)
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Se 19 città registrano una crescita dei prezzi, 47 sono in deflazione. In testa alla classifica delle città più risparmiose c’è Venezia, dove il crollo record dei prezzi dello 0,7% ha consentito nel 2020 un risparmio, per una famiglia media veneziana, di 187 euro

A livello regionale sono in deflazione tutte le città della Liguria (record a la Spezia: -0,5%, -114 euro), della Lombardia (Milano: -0,5%, -145 euro), dell’Emilia-Romagna (record a Bologna: -0,5%, -141 euro), delle Marche (Macerata: -0,4%, -86 euro) e del Lazio (primato a Roma, -0,4%, -104 euro)

In Calabria si passa dal +0,7% di Cosenza (+138 euro) al -0,1% di Reggio Calabria (-20 euro); in Sicilia dal +0,5% di Trapani (+98 euro) al -0,1% di Catania (-21 euro); in Veneto dalla variazione nulla di Belluno al -0,7% di Venezia; in Friuli-Venezia Giulia dal +0,1% di Trieste (+24 euro) al -0,2% di Udine (-47 euro); in Sardegna dai prezzi invariati di Cagliari al -0,3% di Sassari (-60 euro)

“Il calo dei prezzi dello 0,2% ha consentito a una famiglia italiana di risparmiare mediamente 47 euro, contenendo la caduta del potere d'acquisto dovuta alla flessione del reddito disponibile delle famiglie”, ha detto Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori

Ma la frenata dei prezzi, spiega l'Unc, non sempre è una buona notizia: "Il fatto che il Nord sia tutto in deflazione è la dimostrazione di come il motore economico dell'Italia si sia fermato. Venezia è il caso più eclatante, essendo la città con la contrazione dei prezzi più elevata. Il crollo del turismo ha fatto precipitare la domanda di alcuni servizi. Non per niente Venezia ha il record per la riduzione dei listini dei servizi di alloggio (-10,4%, contro una media italiana di -1,6%) e dei servizi ricettivi e di ristorazione (-2,4%, contro +0,5% dell'Italia)”