Per ottenere il 10% di rimborso (fino a un massimo di 150 euro) sugli acquisti fatti tramite pagamenti elettronici in negozi fisici ci sono delle limitazioni. Da quelle di tipo anagrafico, alle restrizioni tecniche o geografiche: ecco quando non se ne ha diritto

È partito, non senza qualche difficoltà, il programma Cashback nato per incentivare il cashless, e che offre - nella fase sperimentale - il 10% di rimborso (fino a un massimo di 150 euro) per tutti gli acquisti fatti con pagamenti elettronici presso negozi fisici fino al 31 dicembre. Ci sono però delle limitazioni
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Tra i requisiti per far parte del programma ci sono quelli anagrafici
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Il cashback è infatti accessibile soltanto se si è maggiorenni e residenti in Italia
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Bisogna poi registrare e utilizzare i propri strumenti di pagamento elettronici esclusivamente per acquisti a titolo privato

Sono quindi esclusi gli acquisti nell’ambito della propria attività professionale

Una volta attivato, ci sono anche delle limitazioni di tipo tecnico

Il cashback, infatti, non è valido per tutti i pagamenti effettuati online con l’e-commerce

Allo stesso modo sono esclusi rimborsi per quei pagamenti effettuati presso esercenti che non hanno un "Acquirer Convenzionato"

Si tratta dell’accordo tra soggetti ed esercenti valido per l’utilizzo dei dispositivi che accettano strumenti di pagamento elettronici e che hanno sottoscritto una convenzione con PagoPA

Nessun rimborso inoltre per acquisti effettuati oltre i confini nazionali, inclusi San Marino e Vaticano

Cashback non previsto neppure per le operazioni effettuate agli sportelli Atm

Infine, nessun rimborso per gli addebiti diretti sui conti correnti anche con pagamenti ricorrenti