Recovery Fund, ecco quali Paesi hanno già inviato i piani di spesa

Economia

Lorenzo Borga

©Ansa

Continua la corsa dei Paesi al Next Generation Eu. Per ora solo Portogallo, Repubblica Ceca, Slovenia e Grecia hanno presentato dei piani definitivi. Mentre l'Italia è indietro

L’Italia non ha ancora inviato alla Commissione europea il proprio piano di riforma e spesa del Next Generation Eu. Cioè la proposta di impiego dei 205 miliardi di euro destinati al nostro paese. Per farlo c’è tempo fino ad aprile 2021, ma il nostro paese non è tra quelli più avanti nelle trattative con Bruxelles. E la tempistica è importante, perché chi prima formalizzerà l’accordo dal primo gennaio prima potrà ricevere l’anticipo dei primi fondi del Recovery Fund.

Chi è più avanti, e chi è in ritardo

Non c’è ancora nulla di ufficiale, e probabilmente non ci sarà fino a quando il Next Generation Eu non sarà confermato, assieme al bilancio europeo che per ora è ancora in discussione dopo i veti posti da alcuni paesi dell’Est Europa. Per ora, secondo fonti della Commissione europea sentite da Sky TG24, solo Portogallo, Repubblica Ceca e Slovenia hanno presentato le proprie bozze definitive, e a questo gruppo di paesi si sarebbe aggiunta la Grecia. Secondo gli esperti che stanno seguendo il programma di ripresa economica europea la Francia da almeno un mes, sta discutendo con i tecnici della Commissione per trovare la quadra. E anche paesi come Spagna (che però ha annunciato di non voler usare i prestiti) e Bulgaria sarebbero in procinto di presentare i propri documenti. L'Italia invece, secondo fonti vicine alla Commissione sentite da Sky TG24, «si è fatta vedere per il momento molto poco».

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La difesa del governo italiano

Il governo italiano intanto si è difeso dalle critiche di ritardi. Il ministro per gli Affari europei Enzo Amendola a Sky TG24 ha affermato che «non c’è nessun paese che ha presentato per adesso il piano nazionale». Mentre sulle ipotesi di ritardi si tratterebbe, secondo Amendola, di «notizie destituite di ogni fondamento, e lo dico col rispetto che si deve alla stampa però con la chiarezza delle procedure a Bruxelles».

 

Il ministro Roberto Gualtieri ha dato invece una deadline: «Aggiorneremo rapidamente il Piano nazionale di ripresa e resilienza e invieremo un'ulteriore bozza al Parlamento prima della fine di novembre, ovviamente la tempistica formale dipenderà dalla conclusione del negoziato» con le istituzioni europee.

Il governo italiano starebbe anche lavorando, nella legge di bilancio per il 2021, a un fondo che conterrebbe gli anticipi dei soldi attesi dall’Unione europea. Secondo anticipazioni di stampa si tratterebbe di 34,775 miliardi per il 2021, 41,3 miliardi per il 2022 e 44,573 miliardi per il 2023. Cioè di più di quanto previsto dal governo nella Nadef di inizio ottobre.

 

Secondo il professore Carlo Altomonte, economista dell'Università Bocconi, non sarà importante solo la velocità di presentazione del piano, ma anche la qualità dei processi di spesa. I fondi arriveranno infatti a stato di avanzamento, e dunque sarà importante accellerare la spesa per poterli ricevere tutti. D'altra parte il Recovery Fund è anche un'occasione di riforma del paese, per permettere la crescita anche nei prossimi anni. Guarda nel video il suo intervento a Sky TG24 Business.

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