In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Rider, entra in vigore il contratto collettivo: scontro e minaccia di scioperi

Economia
©Ansa

Da oggi è valido l’accordo siglato lo scorso 15 settembre tra Ugl e Assodelivery, l'associazione italiana che riunisce le principali aziende del settore. Un accordo che non piace a fattorini e sindacati confederati e che è stato definito “pirata” e “fortemente peggiorativo” per una "categoria già troppo precaria". La ministra Catalfo riconvoca un tavolo per l’11 novembre

Condividi:

Entra in vigore oggi, martedì 3 novembre, il contratto collettivo nazionale dei rider. Un contratto che non piace a fattorini e sindacati confederati e che accentua lo scontro con le società di food delivery. Tanto che i rider minacciano un altro sciopero in tutta Italia. Intanto, la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Nunzia Catalfo ha riconvocato per mercoledì 11 novembre il tavolo con Assodelivery e i sindacati.

Il contratto collettivo contestato

L’accordo contestato è stato siglato a sorpresa lo scorso 15 settembre tra Ugl e Assodelivery, l'associazione italiana che riunisce le principali aziende del settore (tra cui Deliveroo, Glovo, Uber Eats, Just Eat e Social Food). Sono ventimila i fattorini a cui dovrebbe essere applicato. L’aspetto più criticato è che - proprio come richiesto dalle aziende - riconosce il lavoro dei rider come lavoro autonomo, da svolgere quindi con “la massima indipendenza e libertà”. Non c’è nessuna menzione alla possibilità che questo lavoro venga considerato subordinato (e quindi ai diritti che questo comporterebbe). Da quanto emerso, l’accordo prevede un compenso minimo di 10 euro per ogni ora lavorata e una indennità integrativa per il lavoro notturno, per le festività e per il lavoro svolto in condizioni meteo avverse. C’è anche una copertura assicurativa.

Le critiche all’accordo

Per i rider, però, l’accordo non è abbastanza. Ad esempio, denunciano l'assenza di ferie, malattia, maternità e tredicesima retribuita. Oltre all'assenza di garanzia sul licenziamento e sulle collaborazioni occasionali. Lo definiscono “pirata”. La stessa definizione è stata usata nelle scorse ore dalla Cgil, che in una nota è tornata a minacciare battaglie legali davanti alla magistratura del lavoro. I confederati hanno bocciato da subito l'accordo, ma Ugl e Assodelivery sono andati avanti nel cercare l'intesa che ha spiazzato tutti. Cgil, Cisl e Uil hanno quindi contestato la firma del contratto collettivo, definendolo “fortemente peggiorativo” per una "categoria già troppo precaria" e chiedendo la riconvocazione di un tavolo in sede istituzionale. Tavolo che, come annunciato dalla ministra Catalfo, ci sarà mercoledì 11 novembre. “Al fine di consentire alle parti di proseguire il confronto per la definizione di un contratto collettivo nazionale di lavoro per i rider”, ha comunicato il ministero del Lavoro, la ministra “ha riconvocato per mercoledì 11 novembre il tavolo con Assodelivery e i sindacati (Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Rider per i diritti e Riders union Bologna). L'incontro si svolgerà in modalità videoconferenza”.

La questione rider

Intanto, Ugl e imprese difendono l’accordo e lo definiscono una novità a livello europeo, tanto innovativo - dicono - da poter diventare uno standard in tutto il Vecchio Continente. Ma questo scontro è solo la tappa più recente di una questione iniziata tempo fa. Dei rider si è cominciato a parlare con maggiore insistenza nell'estate del 2018, quando l'allora ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio aveva annunciato misure a tutela della categoria nel decreto Dignità. Il M5S al governo ne ha fatto da subito una battaglia politica, aprendo alle ragioni dei fattorini. Ma le aziende si sono sempre opposte a riconoscere i rider come lavoratori subordinati. Un anno fa, nel decreto Salva imprese, il governo si era impegnato a fornire un impianto normativo che comprendesse la presenza di lavoratori subordinati e saltuari, ma al contempo lasciava alle aziende e ai sindacati la possibilità di entrare nel dettaglio e trovare un'intesa. La pandemia ha poi rallentato le trattative, fino alla firma del contestato contratto tra Ugl e Assodelivery.