Il colosso del lusso francese ha raggiunto l'accordo per acquistare il brand americano. I due Cda hanno approvato i termini della transazione e sono state ottenute tutte le approvazioni normative richieste. Il ceo di Tiffany: "Continuiamo a credere negli avvincenti vantaggi strategici e finanziari a lungo termine di questa combinazione"
Lvmh ha raggiunto l'accordo per acquisire Tiffany a 131,5 dollari per azione, meno dei 135 dollari inizialmente pattuiti. La nuova proposta valorizza il marchio americano del lusso 15,96 miliardi di dollari.
Una lunga "storia d'amore"
È stata una lunga storia d'amore quella tra Lmvh e Tiffany. Il gruppo francese aveva a lungo corteggiato il gioielliere americano fondato da Charles Lewis Tiffany nel 1837 e, prima della pandemia, aveva accettato di pagare 135 dollari per quella che il signor Arnault aveva definito una "icona americana". Ma il Covid-19 ha depresso la domanda globale di beni di lusso: gli analisti prevedono un calo del 20-35% delle vendite quest'anno e una lenta ripresa che potrebbe richiedere tre anni. Nel frattempo, le azioni Tiffany stanno calando di quasi il 9%.
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Un percorso accidentato
Un mese fa il gruppo LVMH aveva fatto sapere che "così com’è", non era "in grado" di completare l'acquisizione di Tiffany. Lvmh aveva spiegato che il gioielliere americano aveva chiesto il differimento del closing dell'operazione al 31 dicembre dal 24 novembre e che il board del colosso francese aveva deciso invece di tenere fede ai termini originali dell'accordo di integrazione. Alla luce della situazione, Lvmh aveva detto di non essere nella posizione per portare avanti l'acquisizione citando anche una lettera dal ministro francese per l'Europa e gli Affari Esteri con la richiesta di posticipare l'operazione di acquisizione oltre il 6 gennaio 2021 a fronte delle minacce da parte degli Stati Uniti di tassare i beni francesi. Ma Tiffany era pronto a citare in giudizio Lvmh sostenendo che il gigante del lusso francese aveva deliberatamente bloccato il processo di ottenimento delle approvazioni Antitrust per l'acquisizione del gioielliere statunitense e ha usato altre tattiche dilatorie per costringerlo a rinegoziare l'accordo.
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Accordo raggiunto
Tiffany e Lvmh hanno concordato di risolvere le controversie legali pendenti. I due Cda hanno approvato i termini della transazione e sono state ottenute tutte le approvazioni normative richieste. La fusione dovrebbe concludersi all'inizio del 2021, anche se soggetta all'approvazione degli azionisti di Tiffany e alle consuete condizioni di closing.
I vantaggi dell'acquisizione
Tiffany trarrà sicuramente vantaggio dall'acquisizione del gruppo di Arnault che già possiede celebri marchi, del calibro di Dior, Bulgari, Fendi, Celine, Guerlain, Givenchy, Kenzo, Loro Piana e Louis Vuitton. Un impero che spazia dalle borse all'abbigliamento, dai gioielli alle catene di retail, dalla cosmetica agli alcolici. Da parte sua, con Tiffany, Lvmh rafforza la sua presenza negli Stati Uniti, attualmente il secondo mercato del gigante del lusso con il 23% delle vendite nei primi nove mesi dell'anno scorso.