Secondo il Centro studi dell'organizzazione degli industriali la contrazione porta i livelli di quest'anno "indietro a quelli di 23 anni fa". Il rimbalzo previsto per il 2021 è del 4,8%, che potrebbe salire al 5,7% considerando la manovra come delineata dal Nadef. L'associazione è convinta che l'utilizzo dei fondi Ue sia "un bivio cruciale". Gualtieri: "Sintonia di proposte"
L'Italia affronta una "difficile risalita dopo il crollo" con una "lieve revisione al ribasso" e per il 2020 è previsto un crollo del Pil italiano del 10% ed un recupero parziale del 4,8% nel 2021. Sono le stime del Centro studi di Confindustria secondo cui la contrazione porta i livelli di quest'anno "indietro a quelli di 23 anni fa". Secondo l'organizzazione degli industriali l'impatto della crisi Covid (GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - LO SPECIALE) è "leggermente più negativo di quello atteso alcuni mesi fa". Sempre secondo la stima di Confindustria, "il rapporto debito pubblico/PIL toccherà il 158,7% quest'anno e il 156,5% nel 2021, con un balzo di oltre 24 punti dal 134,6% del 2019". La stima del Pil 2021 non incorpora gli effetti della manovra che varerà il Governo e dell'impatto di risorse Ue come Recovery Fund e Mes, al momento non stimabili, e "potrebbe salire al +5,7%" considerando anche la prossima manovra come delineata dalla Nadef, in base alle stime del governo. Intervenuto alla presentazione del rapporto, il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ha affermato che lo studio è "solido e condivisibile sia nella parte analitica abbastanza vicina a quella del governo sia per la parte di raccomandazione e di policy, molto in sintonia con l'impostazione che abbiamo dato alla Nadef e che intendiamo dare al Recovery Plan".
"Utilizzo dei fondi europei un bivio cruciale"
Confindustria è convinta che gli strumenti Ue per contrastare l'impatto economico dell'emergenza Covid, Sure, Mes e Next Generation Ue, offrano "una opportunità unica per programmare un futuro in cui la dinamica del Pil sia più elevata". Il Centro studi dell'associazione, aggiornando le sue previsioni economiche, sottolinea così che "per l'Italia l'utilizzo degli strumenti europei costituisce un bivio cruciale: se si riusciranno a utilizzare in modo appropriato le risorse e a potenziarne l'effetto, portando avanti riforme troppo a lungo rimaste ferme, allora si sarà imboccata la strada giusta pe risalire la china. Altrimenti - avvertono gli economisti di via dell'Astronomia - l'Italia rimarrà un Paese in declino, che non sarà in grado di ripagare il suo enorme debito pubblico".
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"Nel 2020 -410mila occupati, -230mila nel 2021"
Continua il Centro studi di Confindustria: "Il numero degli occupati registrerà un -1,8% nella media del 2020 (-410mila persone)". Una emorragia che secondo l'associazione degli industriali non si arresterà nel 2021 quando, "con un recupero incompleto del Pil, la risalita della domanda di lavoro risulterà smorzata e il numero degli occupati si aggiusterà verso il basso: -1% (-230mila persone)". Il "ricorso importante a strumenti come la Cig" - continua Confindustria - sta ammortizzando un impatto dell'emergenza Covid pari nel 2020 a 2,45 milioni di Ula (-10,2%), il dato statistico che indica il numero di "unità'' equivalenti a posti di lavoro a tempo pieno. Nel 2021, prevedono gli economisti di via dell'Astronomia, la domanda di lavoro tornerà a salire ma meno del Pil (+4% le 'Ula'), non tanto da arrestare il calo di occupati.
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Gualtieri: "3° trimestre molto buono, si può migliorare dal -9%"
Il ministro Gualtieri, intervenendo alla presentazione del rapporto, ha sottolineato "la necessità di un cambio di paradigma, perché il problema dell'Italia non è solo" ottenere un rimbalzo che sia il più alto possibile "ma affrontare i problemi strutturali su andamento del Pil, produttività e occupazione". Per quanto riguarda le stime, tra quelle del Nadef e quelle del Centro studi Confindustria, ha aggiunto Gualtieri, "si parte dal comune riconoscimento del fatto che c'è stata una reazione molto vigorosa della manifattura ma non solo, quindi il rimbalzo c'è stato ed è superiore alle previsioni: il terzo trimestre sarà molto buono e anche questo -9% che stimiamo è uno scenario che potrebbe essere perfino rivisto al meglio se il quarto trimestre sarà anche di moderata crescita".