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“Open (again) - Una ripartenza all'insegna dell'export”: arriva il nuovo rapporto di SACE

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©Getty

Le vendite all’estero mostrano segnali di ripresa a giugno 2020, dopo mesi difficili dovuti all’emergenza sanitaria. Ecco quali sono previsioni future, settori e mercati più colpiti e i possibili scenari per le nostre aziende che commerciano con gli altri Paesi. Tutto nel Rapporto Export 2020 di SACE

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L’export italiano inizia a dare segnali di risveglio dopo il crollo, inevitabile conseguenza della pandemia Covid-19. A giugno 2020, secondo gli ultimi dati sul commercio con l’estero, l’Istat ha stimato una crescita congiunturale per le esportazioni del 14,4%. Un incremento su base mensile che è dovuto agli aumenti delle vendite sia verso i mercati extra Ue (+15,6%), sia verso l’area Ue (+13,3%). Nel secondo trimestre 2020, malgrado la crescita a maggio e giugno, la variazione rispetto al trimestre precedente resta ampiamente negativa per l’export italiano (-24,8%), a causa del forte calo registrato ad aprile. Ma la ripresa è evidente se si calcola che la flessione su base annua registrata a giugno (-12,1%) è in netta attenuazione rispetto a maggio (-30,4%) e aprile (-41,6%). Numeri che danno l’idea di una chiara ed evidente ripartenza delle esportazioni italiane. Ripartenza che, nonostante le incognite legate alla pandemia, dovrebbe continuare – secondo l’Istat – anche nei prossimi mesi. La ripresa dovrà passare anche dall’abilità delle aziende italiane ad adattarsi a scenari mutevoli, utilizzando soprattutto gli strumenti offerti da un mondo sempre più connesso a livello digitale.

Il rapporto sull’export di SACE

 

La ripartenza dell’export è al centro anche di “Open (again)”, l’ultimo rapporto sull’export di SACE, società assicurativo-finanziaria italiana specializzata nel sostegno alle imprese e al tessuto economico nazionale attraverso strumenti e soluzioni a supporto della competitività in Italia e nel mondo. Il Rapporto sarà presentato il 10 settembre in WebConference su Sky, con la partecipazione di Roberto Gualtieri, ministro dell’Economia e delle Finanze, e di Luigi Di Maio, ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale. 

SACE analizza gli scenari legati all’export italiano per l’anno in corso, segnato dallo shock della pandemia, e per gli anni successivi fino al 2023. Queste previsioni sono approfondite attraverso un’analisi dettagliata dei principali mercati di destinazione e delle dinamiche nei settori del nostro export. Oltre allo scenario base vengono simulati anche degli scenari di previsione alternativi, sulla base della possibile evoluzione sanitaria del Covid-19.

Il futuro delle Catene Globali di Valore

 

Il rapporto di SACE contiene anche due focus che approfondiscono il tema delle Catene Globali di Valore (CGV), processo organizzativo del lavoro in base al quale le singole fasi della filiera di produzione vengono parcellizzate e svolte da fornitori e reti di imprese sparse in diversi Paesi a seconda della convenienza economica e del grado di competenza e specializzazione delle aziende coinvolte. I focus analizzano da una parte le prospettive future di una così forte interconnessione tra i fornitori in un periodo in cui la pandemia ha drasticamente interrotto gli scambi, e dall’altra l’azione di SACE per l’inserimento delle Pmi italiane nelle CGV attraverso iniziative di business matching e la propria rete commerciale domestica e internazionale.

Le opportunità dell’export digitale

 

Una novità all’interno della nuova edizione del rapporto export di SACE è inoltre l’approfondimento a cura del Politecnico di Milano che mette in luce le grandi potenzialità ancora da sfruttare dei canali digitali, e-commerce in primis. Lo studio è arricchito dall’analisi dei pilastri fondamentali per un modello efficace di export digitale: i canali commerciali, la logistica, il marketing, i sistemi di pagamento e gli aspetti legali e organizzativi. Le restrizioni fisiche imposte dall’emergenza Covid-19 hanno messo in luce, in Italia come nel resto del mondo, l’importanza di sfruttare le grandi potenzialità dell’e-commerce a supporto dell’export. L’Italia si colloca in una posizione di ritardo e, sebbene l’e-commerce continui a presentare da anni tassi di crescita a doppia cifra, l’export italiano viaggia ancora prevalentemente su canali tradizionali.

 

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