Coronavirus, Bankitalia: "Per imprese servono risorse dirette dello Stato"

Economia

L'istituto, in audizione alla Camera, avverte: "Rischio oltre 10% di insolvenze sui 450 miliardi di garanzie dello Stato a imprese". E suggerisce un uso più esteso dell'autocertificazione da parte degli imprenditori che chiedono i prestiti

"Una parte delle perdite subite dalle imprese non sarà recuperabile e non tutti i debiti (assistiti da garanzie pubbliche) accesi saranno immediatamente ripagati al termine dell'emergenza sanitaria" legata al Coronavirus. Per questo, avverte Bankitalia in audizione alla Camera, "compatibilmente con le condizioni generali dei conti pubblici, alla concessione di garanzie si affiancheranno trasferimenti diretti alle imprese da parte dello Stato". Le misure, sottolinea poi l’istituto, "saranno tanto più efficaci quanto più si baseranno su meccanismi semplici, trasparenti e automatici" (TUTTI GLI AGGIORNAMENTIIL CALENDARIO DELLE RIAPERTURE - COME SARANNO I TRASPORTI - I CODICI ATECO DELLE ATTIVITA' CHE RIAPRONO).

Bankitalia: oltre 10% rischio insolvenze su garanzie

Le insolvenze sui 450 miliardi di euro di garanzie pubbliche attivate dai decreti del governo "potrebbero anche superare quelli del biennio 2012-2013, quando si avvicinarono al 10 per cento", spiega poi la Banca d'Italia. "Data la gravità della crisi e l'incertezza sui tempi e sulla rapidità della ripresa dell'attività economica, la probabilità di una futura escussione di tali garanzie sarà verosimilmente molto più elevata che in condizioni normali". E gli oneri per le finanze pubbliche, anche se distribuiti su più esercizi, "potranno essere significativi" (IL PREZZO DI MERCATO DELLE MASCHERINE).

L'autocertificazione per garanzia dei prestiti

Bankitalia invita poi a un uso più esteso dell'autocertificazione da parte degli imprenditori che chiedono i prestiti alle banche coperti da garanzie pubbliche, "per attestare la sussistenza dei requisiti per l'accesso al finanziamento". Poi una precisazione: "Si fa spesso riferimento al fatto che c'è molto risparmio degli italiani sui conti correnti ma non è che questo risparmio non sia impiegato. È la base della liquidità delle banche che consente loro di effettuare interventi" e prestiti. "Se lo togliamo riduciamo capacità banche di intervenire", ha aggiunto il Capo del Servizio Struttura economica della Banca d'Italia, Fabrizio Balassone.

Coordinare golden power con Bce

Poi un passaggio sulla decisione del governo di "estendere il golden power anche al settore bancario e assicurativo". La Banca d’Italia, su questo fronte, spiega che servono dettagli per coordinarsi con le norme Bce. Vanno precisate "le modalità con cui l'esercizio dei poteri speciali si coordina, senza sovrapporvisi, tanto sul piano sostanziale quanto su quello procedurale, con la disciplina prudenziale che incarica la Bce, su proposta Bankitalia, di autorizzare l'acquisto di partecipazioni rilevanti".

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