Lunedì pesantissimo sui mercati europei, dopo il blocco di molte attività non essenziali annunciato dai principali Paesei UE: Piazza affari perde il 6,1%. In tenuta lo spread, a 262 punti. Wall street sprofonda nel finale dopo i timori avanzati da Trump: DJ -13%
Inizio di settimana pesantissimo per i mercati finanziari: il parziale recupero di venerdì è passato presto in archivio. La scia di vendite di questo marzo segnato dall’effetto coronavirus non si arresta, anzi il tracollo assume dimensioni ogni giorno più preoccupanti. Un dato su tutti: nonostante la FED, la banca centrale americana, sia intervenuta una seconda volta d’urgenza, domenica sera, per tagliare il costo del denaro, Wall street nei primi minuti di scambi è arrivata a perdere oltre il 10%.
Indici europei in profondo rosso, Milano -6,1%
Lunedì pessimo su tutti i listini azionari europei: Piazza Affari alla fine ha recuperato un po’ di terreno, limitando le perdite a -6,1%. Titolo peggiore del paniere principale, Fca (-14,4%) dopo l'annuncio della chiusura delle fabbriche in Europa. Il lockdown, il blocco di quasi tutte le attività non essenziali annunciato in molti dei principali Paesi europei, ha fatto precipitare ancora di più le prospettive dell’economia continentale e, di conseguenza, le stime degli operatori di mercato. Risultato, chiusure in netto calo per tutti i listini, che pure venerdì avevano in parte recuperato il tonfo di giovedì, seguito alle dichiarazioni della Lagarde: Francoforte -5,2%, Parigi -5,7%, Londra -4,1%.
Consob: stop vendite allo scoperto per il 17 marzo
L’autorità europea dei mercati (ESMA) ha stretto le regole per le “vendite allo scoperto” (una tecnica di scambio che tende ad amplificare i movimenti al ribasso) dopo le pressanti richieste di molti operatori e di parte dell’opinione pubblica. In serata, La Consob ha deciso di vietare temporaneamente le vendite allo scoperto su 20 titoli azionari quotati a Piazza Affari. Il divieto, che ricalca in misura più ridotta quello deciso per venerdì scorso, è valido nell'intera giornata di martedì 17 marzo.
Wall street sprofonda dopo parole di Trump
Anche per Wall street la giornata è inziata nel peggiore dei modi. Eppure la Federal Reserve nella notte ha azzerato il costo del denaro, riportandolo ai livelli della crisi del 2008/09. Il Governatore Powell era già intervenuto d’urgenza (ossia fuori dai meeting periodici programmati) lo scorso 3 marzo, dando ai tassi una sforbiciata (di mezzo punto percentuale) che il presidente Trump aveva subito bollato come “insufficiente”. Ora l’intervento è stato ben più drastico, nel tentativo di evitare una caduta dell’econiomia USA (peraltro nell’anno elettorale per la Casa Bianca). Ma la borsa Usa – reduce da due anni di quasi ininterrotti record storici - continua ad andare giù, in modo pesantissimo. Le paure degli operatori sono accompagnate e rafforzate dallo stop a molti settori nevralgici dell’economia a stelle e strisce, come traffico aereo (vedi il crollo dei titoli delle maggiori compagnie), beni di lusso e di largo consumo, settore energie e materie prime (visto il prevedibile calo della domanda globale). In serata il presidente Trump ha affossato i listini, parlando di timori di recessione: il Dow Jones ha perso il 12,9%.
Tiene il mercato dei titoli di stato, spread a 262 punti
Più stabile il mercato dei titoli di stato, con lo spread Btp-Bund tutto sommato poco mosso, dopo i recenti scossoni, in chiusura a 262 punti. Il Governo Conte ha varato oggi un altro decreto contenente misure per sostenere l’economia ingessata dall’epidemia, con lo stanziamento di 25 miliardi (quasi una manovra economia d’autunno).