L'esecutivo comunitario conferma le stime di crescita per la zona euro e per i 27 Stati membri: nel 2020-2021 cresceranno rispettivamente di 1,2% e 1,4%. Nuovi rischi come il virus lasciano però le prospettive "ancorate al ribasso”: "Più a lungo dura e più impatterà”
La Commissione europea lascia invariate le stime di crescita per la zona euro e, in generale, per i 27 Stati membri dell’Ue: nel 2020-2021 cresceranno rispettivamente di 1,2% e 1,4%, come previsto a novembre scorso. "La crescita prosegue con passo costante e moderato", scrive Bruxelles, che segnala però "nuovi rischi" come il coronavirus, che lasciano le prospettive "ancorate al ribasso" (ULTIMI AGGIORNAMENTI - MAPPA ANIMATA DELLA DIFFUSIONE - GLI EVENTI ANNULLATI NEL MONDO - A WUHAN MEDICI EROI SENZA TUTE E MASCHERINE). Per ora si vedono effetti globali "limitati", ma "più a lungo dura e più impatteranno su sentimento economico e condizioni globali di finanziamento”.
Gentiloni: "Impatto su Cina, limitato globalmente"
"Ogni valutazione dell'impatto economico del coronavirus è soggetta a grande incertezza. La nostra valutazione tecnica è che avrà un impatto sulla Cina soprattutto nel primo trimestre del 2020, con effetti globali relativamente limitati. Ma questa valutazione è soggetta al ribasso se l'epidemia dovesse durare di più o peggiorare”, ha detto il commissario europeo agli affari economici, Paolo Gentiloni. (IN VIETNAM UNA CITTA' IN QUARANTENA - AMBASCIATA CINA IN ITALIA: "BASTA AGGRESSIONI" - LA NAVE WESTERDAM APPRODA IN CAMBOGIA)
Ue rivede Pil Italia, +0,3% nel 2020 e +0,6% nel 2021
La Commissione ha invece limato al ribasso le previsioni di crescita dell'Italia: nel 2020 crescerà "solo leggermente" di 0,3%, "anche a causa di un effetto negativo di trascinamento", e nel 2021 si fermerà a +0,6%. A novembre scorso la previsione Ue era di 0,4% e 0,7%. Inoltre Bruxelles segnala che "i rischi al ribasso sulla prospettiva di crescita restano pronunciati”. "La stabilizzazione provvisoria della produzione manifatturiera - scrive la Commissione Ue nelle stime economiche d’inverno -, associata all'inversione del ciclo delle scorte, assieme alla ridotta incertezza politica domestica e a condizioni favorevoli del credito, sono probabili fattori di sostegno alla domanda interna oltre il breve termine”.