Secondo il segretario generale della Uil del Lazio, Alberto Civica, "le misure restrittive adottate, sia pur necessarie, comporteranno per il turismo della Capitale mancati introiti per 1,2 milioni di euro al giorno"
Il crollo della presenza di turisti cinesi a causa del Coronavirus (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - LA MAPPA DELLA DIFFUSIONE - FOTO) potrebbe mettere a rischio ben 10 mila posti nel settore a Roma. Lo rileva uno studio della Uil Lazio elaborato sui dati delle presenze cinesi nel contesto romano e regionale. La stima, secondo il segretario generale della Uil del Lazio, Alberto Civica, è che "le misure restrittive adottate, sia pur necessarie, comporteranno per il turismo della Capitale mancati introiti per 1,2 milioni di euro al giorno, ovvero 35 milioni in un mese e 425 milioni su scala annua". Il calo dell'affluenza turistica "avrebbe un forte impatto anche in ambito occupazionale - sottolinea ancora Civica - un calo di cui certo non abbiamo bisogno, soprattutto in un anno in cui sono già stati persi 5 mila posti di lavoro e decine di aziende hanno dichiarato lo stato di crisi".
Virus, cattiva informazione e paura
"Purtroppo la diffusione del coronavirus, la cattiva informazione e la paura hanno messo in quarantena l'intera comunità cinese, anche quella residente da anni sul nostro territorio - commenta ancora Alberto Civica - si è trovato un nuovo nemico da isolare, da ghettizzare". "Bene quindi la prevenzione, ma il costo dell'allarmismo rischia di generare un'ulteriore regressione culturale e di frenare la crescita di un settore a forte intensità di lavoro che soltanto negli ultimi anni ha recuperato le perdite dei lunghi anni della crisi" conclude il segretario della Uil Lazio.