Istat, segnali positivi per l'economia: stop alla flessione, migliora la produzione

Economia

L'Istituto di statistica nazionale ha evidenziato, a luglio, un marcato aumento del clima di fiducia dei consumatori, diffuso a tutte le componenti. In risalita, oltre le attese degli analisti, è anche l'indice Pmi servizi

Stop alla flessione in atto dalla fine dello scorso anno e lieve miglioramento dei livelli produttivi. Questi i dati rilevati a luglio dall'Istat nella nota mensile che evidenzia un marcato aumento del clima di fiducia dei consumatori, diffuso a tutte le componenti. Il recupero della fiducia ha coinvolto anche le imprese, a eccezione di quelle manifatturiere. In risalita, oltre le attese degli analisti, è anche l'indice Pmi servizi curato da IHS Markit che il mese scorso ha mostrato un aumento raggiungendo i massimi da marzo 2019.

"Scambi internazionali penalizzati da tensioni commerciali"

Le prospettive per gli scambi internazionali, invece, rimangono negative, penalizzate dal protrarsi delle tensioni commerciali e dal rallentamento dell'attività economica in Cina. Secondo la stima preliminare, nel secondo trimestre 2019 il Pil italiano ha registrato una variazione congiunturale nulla a sintesi di una diminuzione del valore aggiunto dell'industria e di un contenuto incremento in quello dei servizi. A giugno, l'indice destagionalizzato della produzione industriale, dopo l'ampio incremento di maggio, si è ridotto marginalmente in termini congiunturali. 

"Diminuito tasso disoccupazione"

L'Istat ricorda anche che a seguito dell'evoluzione positiva nella prima parte dell'anno, a giugno l'occupazione ha mostrato una stabilizzazione e il tasso di disoccupazione è diminuito ulteriormente, pur non riducendo il gap con la media dell'area euro. Sotto la spinta dei ribassi dei beni energetici, a luglio, l'inflazione ha continuato a rallentare e si è ampliato il differenziale negativo con la dinamica dei prezzi al consumo nell'area dell'euro e nei principali partner europei.

Nell'Eurozona peggiora l'indice Pmi

Se in Italia a luglio il settore dei servizi è cresciuto per il secondo mese consecutivo, diversa è la situazione nell'Eurozona. Nel nostro Paese lo scorso mese si è raggiunto il 51,7 dal 50,5 di giugno, rimanendo sopra la soglia chiave di 50 punti, che rappresenta lo spartiacque tra contrazione ed espansione, e posizionandosi al massimo da marzo. Le attese degli analisti erano di 50,6 punti. Nell'Eurozona invece l'indice Pmi peggiora. L'indicatore che monitora l'attività dei settori manifatturiero e dei servizi è sceso a 51,5 punti da 52,2 di giugno. L'indicatore sui nuovi ordini ha segnato una flessione a 50,7 punti da 51,5 di giugno. Più in dettaglio, l'indice dei servizi è sceso a 53,2 da 53,6 punti di giugno. Frena l'attività in Germania con l'indice composito di luglio sceso ai minimi da giugno 2013 a 50,9 punti, da 52,6 punti di giugno. Diminuito nel Paese anche l'indice dei servizi che passa a 54,5 da 55,8 di giugno. Peggiora anche l'indice Pmi composito della Francia a 51,9 punti da 52,7 di giugno, ai minimi da due mesi.

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