I nuclei famigliari abbienti spendono 5 volte quello che spendono i più poveri. Restano ampi i divari territoriali, che sfiorano 800 euro mensili tra il Nord Ovest e le Isole. Tutti i dati Istat
Nel 2018, la stima della spesa media mensile per consumi delle famiglie residenti in Italia è stata pari a 2.571 euro in valori correnti, stabile rispetto all'anno precedente. Lo rileva l'Istat nel report “Le spese per i consumi delle famiglie”. Considerando la dinamica inflazionistica, in termini reali la spesa diminuisce dello 0,9%, segnando una contrazione per la prima volta dopo la moderata dinamica positiva registrata dal 2014 al 2017.
Al Sud più spesa per il cibo
Nel Nord-ovest si spendono mediamente, in termini assoluti, circa 800 euro in più che nelle Isole, e cioé il 38,6% in più in termini relativi, ma il divario scende sotto il 40% per la prima volta dal 2009 (nel 2017 era al 45%). A pesare di più sulle spese delle famiglie nel Sud e nelle Isole, dove le disponibilità economiche sono generalmente minori, le voci destinate al soddisfacimento dei bisogni primari, quali ad esempio quelle per i beni alimentari: rispetto alla media nazionale (18,0%), la quota per la spesa alimentare è il 22,9% nel Sud e il 21,3% nelle Isole, mentre nel Nord-est si ferma al 16,0%.
Lombardia al top, Calabria ultima
Le regioni con la spesa media mensile più elevata sono Lombardia (3.020 euro), Valle d'Aosta (3.018 euro) e Trentino-Alto Adige (2.945 euro); in particolare, nel Trentino-Alto Adige si registrano, rispetto al resto del Paese, le quote più elevate di spesa per Servizi ricettivi e di ristorazione (6,2% contro il 5,1% di media nazionale) e per Beni e servizi ricreativi, spettacoli e cultura (6,1% contro il 5,0%). La Calabria si conferma la regione con la spesa più contenuta, pari a 1.902 euro (1.118 euro meno della Lombardia), seguita dalla Sicilia (2.036 euro mensili).
In Calabria la quota di spesa destinata a prodotti alimentari e bevande analcoliche raggiunge il 23,4%, l'incidenza più alta dopo quella registrata in Campania (23,8%).
Si risparmia su vestiti e scarpe
La spesa per visite mediche e accertamenti periodici è quella meno soggetta a tagli. Anzi, il 6,1% delle famiglie dichiara di aver aumentato la spesa sanitaria. La voce che invece si cerca di contenere maggiormente è quella relativa ad abbigliamento e calzature. Si prova a risparmiare di più nel Mezzogiorno (62,7%) rispetto al Centro (47,6%) e soprattutto al Nord (40,3%). Il 39,3% delle famiglie che già sostenevano spese per viaggi e vacanze ha provato a ridurle, con un massimo del 53,9% nel Mezzogiorno. Tale spesa è comunque, tra le voci considerate, quella con la minore percentuale di famiglie che la sostenevano già un anno prima (poco più di una famiglia su due).