Bce, Draghi: tassi invariati fino a metà 2020

Economia
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La Banca centrale europea fa sapere che gli interessi non aumenteranno rimanendo agli attuali minimi record. Il presidente ha inoltre confermato che non "c’è alcuna probabilità di deflazione" e che, secondo le stime, ci sarà una "crescita in Europa nel 2019 dell’1,2%"

La Banca centrale europea manterrà i tassi d'interesse agli attuali minimi record "almeno fino alla prima metà del 2020". A comunicarlo, attraverso una nota, è la stessa Bce. Il consiglio direttivo ha deciso di mantenere il tasso principale a zero, quello sui depositi a -0,40% e quelli sui rifinanziamenti marginali a 0,25%. In conferenza stampa, inoltre, il presidente Mario Draghi ha allontanato le possibilità di deflazione e di recessione, confermando invece la crescita dell’Eurozona già nel 2019. Poi sulla situazione in Italia dopo la bocciatura di Bruxelles: "L'Italia produrrà un programma di riduzione del rapporto deficit/pil di medio termine ma deve essere credibile" (L'ANDAMENTO DELLO SPREAD E DELLE BORSE).

Tassi invariati finché sarà necessario

Attraverso la nota pubblicata dalla Bce, è stato riferito che "il Consiglio direttivo si attende ora che i tassi di interesse di riferimento della Bce si mantengano su livelli pari a quelli attuali almeno fino alla prima metà del 2020 e in ogni caso finché sarà necessario per assicurare che l'inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine". Poi, il presidente Draghi ha aggiunto che il Consiglio "è determinato, guardando in avanti, ad agire nel caso di situazioni avverse ed è pronto a mettere mano a tutti i suoi strumenti nella misura necessaria", ha detto evidenziando che le vulnerabilità nei mercati emergenti, i fattori geopolitici e la minaccia del protezionismo "hanno lasciato il segno" sulla fiducia.

Draghi: "Stime al rialzo nel 2019 e nel 2021"

Il presidente Draghi ha inoltre fornito un quadro generale sulle stime di crescita che ci si aspetta nell’Eurozona. Nello specifico, La Bce la sua stima per la crescita dell'Eurozona nel 2019 a 1,2% (da 1,1% di marzo), tagliando invece il 2020 a 1,4% da 1,6%. Per il 2021 la Bce si aspetta una crescita dell'1,4%, contro il +1,5% atteso lo scorso marzo. I rischi - ha spiegato il presidente Mario Draghi - "rimangono "al ribasso e non c'è alcuna probabilità di una deflazione, e ci sono molto basse probabilità di recessione".

"L’Italia sia credibile nella riduzione del rapporto deficit/Pil"

Nel suo discorso, Draghi è intervenuto anche sulla questione Bruxelles-Roma dopo la bocciatura da parte della Commissione Ue nei confronti dell’economia italiana: "La commissione europea ha concluso che l'Italia deve ridurre il rapporto debito/Pil e l'Italia produrrà un programma di riduzione di medio termine. Non credo che verrà chiesto un rapido calo, sarà un piano di medio termine che però deve essere credibile", ha detto Draghi. "È questo quello che tutti si aspettano", ha concluso.

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