Huawei: gruppi Usa smettono di rifornirla. Cosa succederà ora?

Economia

Mariangela Pira

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Finanza & Dintorni

I gruppi Usa smettono di rifornire Huawei, dopo l'ordine esecutivo di Trump. I titoli produttori di chip crollano in Europa dato che questo è un mondo dove le relazioni sono multilaterali e la decisione si ripercuote su tutti. E ora?  

Volevo parlarvi della questione Huawei, data l'importanza dello scossone cui assistiamo in queste ore.

Quello che è successo è semplice: dalle parole si è passati ai fatti. 

Successivamente all'ordine esecutivo di Trump, Google rivede la sua relazione con Huawei, iniziando a interrompere il rifornimento di componenti hardware e di qualche servizio software.  Per rassicurare chi attualmente possiede uno smartphone o un tablet Huawei, sia Google sia la compagnia cinese fanno sapere che per gli utenti dei loro servizi Google Play e le protezioni di sicurezza Google Play Protect continueranno a funzionare sui dispositivi esistenti.

Non si sa quindi cosa accadrà sui nuovi telefonini Huawei che, stando alla situazione attuale, non potranno usare le versioni app i servizi forniti dal sistema operativo di Google Android. 

La decisione arriva dopo che Huawei, secondo produttore al mondo di telefonini con oltre 54 milioni di smartphone consegnati, è stata inserita in una lista nera dall'amministrazione Trump con altre società tecnologiche e telefoniche, considerate una minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti, tra le quali il gruppo cinese.

Altri big Usa produttori di chip come Broadcom, Qualcomm e Intel adempiono alle direttive dell'amministrazione americana e fanno sapere ai loro impiegati che non riforniranno più con i loro software il gruppo cinese fino a nuova notifica. 

Tra le ragioni che hanno portato alla decisione di Trump: i rischi per la sicurezza nazionale dovuti soprattutto a cyber attacchi e furti informatici e il monito delle agenzie di intelligence che sostengono sia pericoloso fare affari con la Cina. 

E Huawei come corre ai ripari? Il gruppo ha confermato a CNBC (qui iil link: https://www.cnbc.com/2019/03/15/huawei-has-built-its-own-operating-system-for-smartphones-laptops.html) di avere un piano B, ovvero di aver costruito un proprio sistema operativo per smartphones e computer nel caso fosse stato impossibile utilizzare il software di Google e di Microsoft, che Huawei utilizza per computer portatili e tablet. 

Il 50% delle vendite di smartphone di Huawei arrivano dalla Cina, dove l'utilizzo di Google è proibito dal governo. Certo, il mancato utilizzo del sistema operativo americano influenzerebbe l'altra metà del suo business, quello internazionale, provocando stando agli esperti - seri problemi ai suoi conti. 

Intanto i titoli produttori di chip a livello globale soffrono perché la decisione di Trump, essendo questo un mondo fatto di relazioni commerciali multilaterali, hanno ovviamente un effetto su tutta la catena. Aziende come Asml in Olanda, Stm in Italia, Infineon in Germania si chiedono cosa accadrà. 

 

 

 

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