Secondo le prime stime almeno 100mila beneficiari sarebbero pronti a tornare indietro, delusi dalla somma ricevuta e preoccupati per i controlli. Ma il passo indietro comporta la restituzione di quanto percepito con la card
Finora le domande per il reddito di cittadinanza sono state oltre un milione e, stando a quanto più volte dichiarato dal presidente dell'Inps Pasquale Tridico, il 75% otterrà l'autorizzazione. Il punto, però, è cosa succede dopo. Come ha sottolineato il Sole 24 Ore, a diversi Centri di assistenza fiscale in Italia risulterebbe un alto numero di beneficiari- circa 100 mila persone - pronti a tornare sui propri passi, rinunciando alla tessera prepagata, prima della fase due, quella che prevede l'avvio dei percorsi di inclusione sociale o lavorativa. Non a caso l'Inps starebbe lavorando per predisporre le procedure di rinuncia.
Il prezzo della ritirata
I motivi della disdetta sarebbero da un lato l'aver ottenuto somme inferiori alle aspettative, dall'altro la paura dei controlli da parte di Comuni, Inps, Ispettorato del lavoro e Guardia di finanza, che dovrebbero scovare i “furbetti” beneficiati dalla card ma non in regola con i requisiti. La rinuncia al reddito di cittadinanza non sarà però indolore: chi disdirà il sussidio dovrà restituire in blocco quanto percepito con la card. Non è ancora stata resa nota la procedura per poter richiedere lo stop dei bonifici e quindi uscire dalla platea dei beneficiari, mentre sull'entità degli importi da ridare indietro e le relative modalità delle rinunce dovrebbe fare maggiore chiarezza una circolare dell'Inps in arrivo nei prossimi giorni.