Le norme in vigore dall'inizio dell'anno cambieranno il primo luglio, con obblighi più ravvicinati per i contribuenti
Il primo gennaio 2019 è entrato in vigore l'obbligo di fatturazione elettronica. Come spesso accade però, la novità è stata accompagnata da un periodo di transiozione, che ormai è agli sgoccioli. Ecco quando scattano i termini.
Termini e sanzioni
Le fatture elettroniche, proprio come quelle tradizionali, vanno emesse (cioè inviate al Sistema d'interscambio, il "postino digitale" del Fisco) in corrispondenza di una prestazione lavorativa. Per chi lo ha fatto di volta in volta, nessun problema. Chi invece è in ritardo, ha tempo fino al giorno precedente a quello di liquidazione d'imposta senza sanzioni. Se si salta il primo termine di liquidazione e si emette fattura elettronica entro il secondo (mensile o trimestrale), la sanzione c'è ma è ridotta al 20%. Questa norma più morbida scadrà però il 30 giugno 2019. Dal primo luglio scatterà quindi l'obbligo di emettere fattura elettronica entro dieci giorni. Anche se la Camera sta valutando una proposta per ampliare i tempi e portarli a 15 giorni.
Chi è obbligato
L'Agenzia delle Entrate spiega che "la data di emissione della fattura elettronica è la data riportata nel campo 'Data' della sezione 'Dati generali' del file della fattura elettronica, che rappresenta una delle informazioni obbligatorie". L'obbligo vale "sia nel caso in cui la cessione del bene o la prestazione di servizio è effettuata tra due operatori Iva (operazioni B2B, cioè Business to Business), sia nel caso in cui la cessione/prestazione è effettuata da un operatore Iva verso un consumatore finale (operazioni B2C, cioè Business to Consumer)". Dal primo luglio, non ci sono novità per i soggetti non obbligati all'emissione di fattura elettronica: chi rientra nel "regime di vantaggio" e nel nuovo "regime forfettario" e i "piccoli produttori agricoli".