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Zte, Huawei e il dilemma del 5G in Italia

Economia

Mariangela Pira

Finanza & Dintorni

Il Ministero dello Sviluppo Economico smentisce le indiscrezioni de La Stampa relative alla messa al bando di Huawei e Zte nella partita del 5G. Ma di fatto si è creato un problema 5G. 

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Roma come Washington?

Il ministero dello Sviluppo Economico smentisce ma l'Italia potrebbe condividere i timori degli Stati Uniti sulla sicurezza della rete e starebbe valutando di mettere al bando le cinesi Huawei e Zte – tra le prime società di telecomunicazioni al mondo -  per lo sviluppo delle tecnologie su cui viaggerà il 5G. Il governo per ora si limita ad ammettere che valuterebbe l’adozione di iniziative in tal senso solo qualora dovessero riscontrarsi criticità. Che al momento non ci sono. Entrambe le società in Italia hanno anche attività relative allo sviluppo dell’internet veloce in alcuni distretti del Paese. Huawei a Bari, Matera e Milano, ZTE a L'Aquila e nel sud del paese.

Un annus horribilis per le due tra sospetti mai sopiti di cyberspionaggio, che ne limitano l’espansione in vari mercati, da quello americano a quello australiano.  Washington lo scorso agosto ha deciso di bloccare per sette anni la vendita da parte dei fornitori americani a Zte, accusata di aver esportato illegalmente tecnologia statunitense verso l’Iran, costringendo i cinesi ad apportare tutta una serie di “aggiustamenti”, e al pagamento di una multa da un miliardo di dollari. Di connivenza con Teheran dagli Usa è accusata anche Huawei. Come non citare il caso diplomatico dell'anno, l’arresto della figlia del fondatore della società accusata di aver violato le sanzioni sull'Iran.

Sarebbero proprio gli Usa a mettere pressione sui paesi alleati, Italia e Giappone, affinché escludano le società cinesi dalla gara per il 5G, così come quando - in precedenza - Washington fece pressioni nei confronti delle banche italiane affinché non finanziassero le nostre imprese in Iran. Anche Germania e Gran Bretagna starebbero pensando di mettere al bando le due società cinesi. Bloomberg riferisce invece che un divieto ad operare nel paese potrebbe arrivare anche dal Canada.

Vale la pena ricordare che Zte, Wind Tre e Open Fiber collaborano da tempo in Italia nel campo del 5G e hanno già avviato sperimentazione nella rete di internet veloce. L'anno scorso però in quest'alleanza c'è stato un ulteriore ingresso. Forse in seguito al  bando a Zte da parte Usa, Wind Tre decise di affidare lo sviluppo il cuore della rete a Ericsson.