Pernigotti, l’azienda ribadisce: "Marchio e società non sono in vendita"

Economia

Incontro tra il premier Conte, il ministro Di Maio e i vertici dell’azienda, che aprono alla proposta del governo di posticipare il termine relativo alla richiesta di Cassa integrazione guadagni straordinari per i lavoratori di Novi Ligure

Il governo e la proprietà turca della Pernigotti di Novi Ligure hanno concordato di sospendere la procedura di licenziamento dei lavoratori dello stabilimento di Novi Ligure fino a fine anno. Lo ha riferito il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, che ieri ha incontrato insieme al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i vertici aziendali. La società da parte sua ribadisce però in una nota che "né il marchio né la società sono, allo stato attuale, in vendita" e che "ha confermato la decisione di cessare la conduzione in proprio delle attività produttive presso il sito di Novi Ligure, e l'intenzione di  terziarizzare in Italia la produzione, preferibilmente individuando partner industriali interessati all'acquisizione o alla gestione degli asset produttivi a Novi Ligure, nel tentativo di ricollocare il maggior numero possibile di lavoratori". Per favorire l'individuazione e l'approfondimento del dialogo con tali partner, Pernigotti, scrive ancora la società, "ha accolto la richiesta del governo di posticipare il termine relativo alla richiesta di Cassa integrazione guadagni straordinari fino al 31 dicembre 2018".

Di Maio: "La strada è ancora lunga"

Soddisfatto Di Maio, che su Facebook scrive: "Ieri sera, come promesso qualche settimana fa, io e il presidente Giuseppe Conte abbiamo incontrato la proprietà di Pernigotti. Abbiamo parlato a lungo con loro, spiegando il ruolo fondamentale che un marchio come Pernigotti ricopre in Italia, ma soprattutto nel territorio di Novi Ligure, dove è fonte di reddito per centinaia di famiglie orgogliose di rappresentarlo da una vita". E ancora. "La strada è lunga e con l'azienda per ora abbiamo concordato di sospendere la procedura fino al 31 dicembre. Successivamente la strada che abbiamo indicato è quella di provare a reindustrializzare il sito di Novi Ligure; per farlo sarà nominato un soggetto terzo che possa verificare e valutare le opportunità produttive che arriveranno in queste settimane. In quella fase agli operai verrà garantita la cassa integrazione. Insomma, in questo modo si riuscirebbe a respirare", conclude il vicepremier.

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