Bruciati i guadagni da inizio anno. S&P 500 perde il 4,11%, Nasdaq -3,78%. Paura sui mercati per il rialzo dei rendimenti e rischio inflazione. Crolla anche il bitcoin
Giornata nera per Wall Street. Il Dow Jones ha chiuso in calo del 4,62% a 24.345,23 punti e ha eroso i guadagni del 2018, il Nasdaq ha ceduto il 3,78% a 6.967,53 punti mentre lo S&P 500 ha lasciato sul terreno il 4,11% a 2.648,54 punti. Già venerdì in chiusura la borsa americana aveva mostrato segni di cedimento. Quest'ultimo è però il calo intraday maggiore della storia del listino in termini di punti,nonchè la battuta d’arresto più vistosa dal 2011 a oggi.
Rischio inflazione
A pesare sono stati i timori sulla possibilità che il ciclo fatto da bassa inflazione e bassi tassi di interesse sia vicino alla fine. L'inflazione resta a livelli bassi ma i recenti dati sul mercato del lavoro, che hanno mostrato un balzo dei salari ai massimi dal 2009, sono - secondo gli osservatori - un segnale iniziale di un surriscaldamento dell'economia. I rendimenti sui Treasury a dieci anni, che tendono a salire con l'inflazione, sono saliti la scorsa settimana ai massimi da gennaio 2014.
Analisti: crollo Dj somiglia a 'flash crash' 2010
Il brusco calo registrato a Wall Street poco dopo le 21.00 ora italiana del 5 febbraio somiglia molto al 'flash crash' del 2010. Lo affermano alcuni analisti. Il flash crash è il fenomeno che si verifica sui mercati elettronici in cui il ritiro degli ordini accentua rapidamente il calo dei prezzi. Il Dow Jones nel punto più basso della seduta è arrivato a perdere il 6,12%, ovvero 1.597,08 punti: un calo maggiore rispetto a quello del 6 maggio del 2010 quando si è verificato il flash crash. Allora il Dow Jones aveva perso 1.000 punti anche se in termini percentuali era sceso del 9,2%
Crolla anche il Bitcoin
Giornata nera anche per le criptovalute. Il Bitcoin crolla del 18% e scivola sotto i 7.000 dollari, ai minimi da novembre: dall'inizio dell'anno ha perso il 50% e dal picco di metà dicembre il 65%. A pesare è il timore di nuove regole sulle valute digitali - dopo la Corea del Sud e la Cina, ora anche gli Stati Uniti puntano a una maggiore trasparenza del mercato tramite l'imposizione di nuove regole - e un nuovo allarme lanciato dal presidente della Bce. Il Bitcoin "è un asset molto rischioso, soggetto ad alta volatilità e speculazione" afferma il "numero uno" della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, confermando come anche in Europa l'attenzione è alta sulle criptovalute.