Dopo un blocco durato otto anni, Cgil, Cisl, Uil e Confsal hanno siglato l'intesa per il rinnovo per il triennio 2016-2018. La prima tanche di incrementi a marzo. Assegno tra i 21 e i 25 euro per retribuzioni più basse. Approvata la manovra 2018: ecco cosa prevede
È stato firmato, al termine di una maratona notturna e dopo un blocco durato otto anni, l'accordo per il rinnovo del contratto degli statali per il triennio 2016-2018. Gli interessati dal provvedimento sono circa 247 mila persone tra dipendenti di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici, per cui è previsto un aumento sullo stipendio base di una cifra tra i 63 e i 117 euro lordi al mese che scatterà da marzo.
Aumenti anche per retribuzioni più basse
La forbice degli aumenti retribuitivi sullo stipendio base va dai 63 ai 117 euro mensili lordi a regime. Così le tabelle del nuovo contratto per le funzioni centrali della Pa, che riunisce gli statali in senso stretto (ministeri, agenzie fiscali e parastato). A questi incrementi occorre aggiungere l'assegno per i livelli più bassi, che oscilla tra i 21 e 25 euro (valido per dieci mensilità) e un plus per le amministrazioni più 'ricche' da caricare sul salario accessorio. La tranche di aumenti per il 2018 scatterà da marzo. L'intesa è stata raggiunta tra Aran, l'Agenzia che tratta per il Governo il rinnovo del contratto degli statali, e i sindacati di Cgil, Cisl, Uil e Confsal. Usb, Cgs e Cisal non hanno siglato l'accordo.
Il tweet del Ministro Madia e le reazioni dei sindacati
“23 dicembre 2017. Ore 03:56. Dopo quasi 10 anni di blocco contrattuale, è stato appena firmato, con le organizzazioni sindacali, il primo nuovo #contratto dei dipendenti delle PA”, esulta su Twitter il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia.