L'Alfa torna in pista, Marchionne: “Ferrari fuori dalla F1? Minaccia seria”

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L'amministratore delegato di Fca ha parlato dei due marchi del gruppo. senza escludere un addio del Cavallino al circus. Ma ha anche accennato alla collaborazione con Hyundai e alla situazione politica italiana

Il marchio Alfa Romeo torna in Formula 1, dove mancava da 30 anni. Correrà con la scuderia Sauber dal 2018. Alla presentazione della vettura, con livrea bianca e rossa e con il marchio del biscione in bella mostra, è intervenuto anche Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fca, il gruppo che controlla Alfa Romeo. Ha parlato di “evento storico”, “importante per il nostro brand ma anche per tutto il mondo della Formula 1”. Ma l'evento è stata l'occasione per toccare diversi argomenti, dall'ipotesi Ferrari fuori dal circus ("Minaccia seria", per Marchionne) alla politica italiana.

 

L'Alfa di nuovo in pista

“Siamo stati sempre stati convinti - ha affermato Marchionne - che Alfa Romeo dovesse esprimere il proprio potenziale nelle corse”. La Formula 1, ha sottolineato, “è il palcoscenico che le spetta, riportando alla luce il mito di Alfa nelle corse, di un marchio premium che è il simbolo del migliore know-how tecnologico italiano e del migliore spirito creativo del Paese”. Con il ritorno in pista, “la catena del Dna che abbiamo rimesso insieme si completa dell'ultimo tassello mancante, quella passione per le gare che ne definisce il carattere genetico da oltre un secolo”. “Siamo pronti - ha sostenuto l'amministratore delegato - anche a restituirle il posto che merita nel panorama delle competizioni sportive”. Dal punto di vista prettamente sportivo, l'auto sarà sviluppata nei prossimi mesi, pronta all'inizio del campionato 2018, a marzo. Quella vista ad Arese è quindi solo un assaggio di quel che sarà. Marchionne ha però svelato i nomi dei due piloti che la guideranno: Marcus Ericsson, da tre stagioni nell'abitacolo Sauber, e Charles Leclerc, ventenne uscito dalla Ferrari Driver Academy (una sorta di vivaio del Cavallino) e al suo esordio in Formula 1. La decisione di puntare su questa coppia, ha spiegato Marchionne, è dettata dalla volontà di dare “la possibilità a giovani piloti di mettersi in mostra”.

Ferrari fuori dalla F1 è una "minaccia seria”

Nel 2018, dunque, si ritroveranno in pista da avversari (anche se non certo acerrimi) due marchi Fca: Alfa Romeo e Ferrari. “Per il momento - ha affermato Marchionne - penso che tiferò per la Ferrari. Poi vediamo cosa farà l'Alfa Romeo Sauber”. Il nuovo ingresso, però, potrebbe rappresentare un cambio di scenario notevole. Tanto che l'amministratore delegato ha sottolineato il rischio che Ferrari abbandoni la Formula 1. È “una minaccia seria”. La Ferrari, ha affermato l'ad, “non intende mollare sullo sviluppo della tecnologia, non possiamo rendere tutte le macchine di F1 uguali al punto di non poterle riconoscere. Se sarà così, Ferrari troverà altri modi di far emergere il proprio valore e forse si porterà dietro anche la Sauber". In ogni caso, ha aggiunto, il dialogo con gli organizzatori del campionato mondiale “è cominciato e continua a evolversi: abbiamo tempo fino al 2020 per trovare una soluzione che sia di beneficio per la Ferrari”.

Con Hyundai collaborazione, non fusione

Sul futuro di Fca oltre le corse, Marchionne ha bollato come “ipotesi lontana” e “speculazione incredibili" la possibilità che Maserati e Alfa Romeo possano staccarsi dal gruppo per diventare società indipendenti. Con Hyundai, invece, “c'è solo una collaborazione tecnica” ma non ci sarà una fusione. “Compriamo già dei componenti da loro”, ha aggiunto Marchionne. “Vediamo se riusciamo a trovare altri punti di accordo, specialmente sullo sviluppo delle trasmissione e per quanto riguarda lo sviluppo dell'idrogeno”.

“Fca sempre filogovernativa”

Sergio Marchionne ha risposto anche ad alcune domande sulla situazione politica italiana. “Mi sembra che Silvio Berlusconi si ripresenti” e “non so nemmeno se Renzi si ricandiderà”. L'ex sindaco di Firenze secondo Marchionne “ha perso qualcosa da quando non è più premier, ma questo è normale. Se si sia comportato bene o meno non saprei nemmeno dire: so che la sinistra sta cercando di definirsi come identità, è piuttosto penoso. Spero che si ritrovino”. In ogni caso Fca “è totalmente filogovernativa e si allinea con tutti quelli che si presentano: vorrei qualcuno che gestisca il Paese e una tranquillità economica nel contesto in cui operiamo, sono cose essenziali”.

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