Tagli partecipate, scadenza vicina. Madia: "Dipendenti non a rischio"

Economia
Il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia

Il 30 settembre termine ultimo per la presentazione dei piani con le eccedenze che i sindacati stimano in "50-60mila". Lunedì 18 settembre incontro a Roma per discutere la gestione del personale a rischio

La scadenza del 30 settembre per la presentazione dei piani di razionalizzazione delle partecipazioni pubbliche è sempre più vicina, con le amministrazioni sotto pressione nonostante la data sia nota già da tempo e due rinvii. Oltre a indicare le società da dismettere perché fuori target, sono attesi, il termine è lo stesso, anche gli elenchi degli esuberi conseguenti alla sforbiciata. I sindacati stimano le eccedenze in "50-60mila" e hanno chiesto e ottenuto un incontro al ministero della P.A, per discutere la gestione del personale a rischio. L'appuntamento è per domani pomeriggio lunedì 18 settembre al ministero.Cgil, Cisl e Uil vogliono rassicurazioni, anche in vista di un decreto ad hoc su cui il governo è già al lavoro.

La ministra Madia: "I dipendenti non avranno conseguenze negative"

Nei giorni scorsi la ministra della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, ha garantito che "non saranno i dipendenti a subire, ad avere conseguenze negative, dal processo di razionalizzazione" delle partecipate. "Il principio è lo stesso" di quello utilizzato per la mobilità dei dipendenti delle Province, con l'obiettivo di evitare licenziamenti, anche se "il metodo cambia, perché non si tratta di amministrazioni pubbliche", ha chiarito la ministra.

La 'clausola sociale'

Sul tema è anche intervenuto il sottosegretario alla P.A, Angelo Rughetti, spiegando come si sia tracciata "una sorta di procedura speciale" a "tutela dei lavoratori delle società pubbliche" che andranno eliminate, Questo nonostante si tratti di "lavoratori privati". C'è, ha ricordato Rughetti, facendo riferimento alla riforma delle partecipate, "la cosiddetta 'clausola sociale', per cui in occasione della prima gara successiva alla cessazione" il rapporto di lavoro del personale già impiegato "continua con il subentrante". Inoltre è prevista "una procedura di riassorbimento degli esuberi attraverso una mobilità in ambito regionale".

Verso la cancellazione di 3mila società

Il governo punterebbe a togliere di mezzo le società inutili, con più amministratori che dipendenti, con micro-fatturati o in rosso 'cronico'. La 'spunta' dovrebbe cancellarne circa 3mila, con un risparmio di un miliardo di euro. Se per le liste degli esuberi non sono al momento stabilite sanzioni, le amministrazioni che invece il 30 settembre non definiranno i piani delle società da tagliare perderanno i poteri di controllo.

Economia: I più letti