Ilva, sciopero di 4 ore contro esuberi: "Inaccettabili 6mila tagli"

Economia
Proteste davanti all'Ilva di Taranto in una foto d'archivio
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Il Consiglio di fabbrica riunito a Taranto ha deciso lo stop, domani, in concomitanza col vertice al Mise sui piani industriali presentati dalle due cordate interessate a rilevare l'azienda. Fonti ministero: "Nessun lavoratore licenziato e/o lasciato senza protezione"

Dopo le polemiche per le migliaia di esuberi previsti dal piano di rilancio dell’Ilva, il Consiglio di fabbrica riunito nello stabilimento di Taranto ha annunciato uno sciopero di quattro ore dei lavoratori diretti e dell’appalto. Lo sciopero, all’inizio del turno di domani, sarà in concomitanza con il nuovo vertice al Mise per discutere dei piani industriali presentati dalle due cordate interessate a rilevare l'azienda. Fonti del ministero, intanto, hanno fatto sapere che “nessun lavoratore” dell’Ilva “sarà licenziato e/o lasciato privo di protezione”.

Sindacati: numeri “inaccettabili”

Le polemiche intorno all’Ilva erano tornate a riaccendersi ieri, dopo la notizia della drastica sforbiciata al personale (si parla di cifre dai 5mila ai 6mila esuberi) che dovrebbe interessare il colosso siderurgico quando passerà dall'attuale amministrazione straordinaria alla cordata vincitrice della gara, con ogni probabilità il tandem ArcelorMittal-Marcegaglia scelto dai Commissari straordinari ("Sono fiduciosa", ha detto Emma Marcegaglia). Sono numeri “inaccettabili”, hanno tuonato all'unisono i tre segretari generali di Fiom, Fim e Uilm, Maurizio Landini, Marco Bentivogli e Rocco Palombella, uscendo dal Mise. “Se le condizioni rimangono queste la vedo difficile che i sindacati e i lavoratori possano accettare una impostazione di questo tipo”, ha aggiunto oggi il leader della Uil Carmelo Barbagallo.

Sciopero e presidio

Oltre allo sciopero di quattro ore, domani è previsto un presidio sotto la portineria “Direzione” fino al termine della riunione al Mise. Dopo il vertice, spiegano in una nota congiunta Fim, Fiom, Uilm e Usb, “saranno programmate le assemblee e decise ulteriori iniziative di mobilitazione”. I sindacati, continua il comunicato, “respingono con forza i numeri degli esuberi presentati da entrambe le cordate nei loro piani che risultano così non negoziabili” e “si dichiarano indisponibili a negoziare sui piani industriali presentati, che vanno riscritti garantendo salute, ambiente, occupazione e salari”.

Fonti Mise: nessun lavoratore licenziato o senza protezione

Fonti del Mise hanno provato a rassicurare i dipendenti Ilva. “Nessun lavoratore”, hanno detto, “sarà licenziato e/o lasciato privo di protezione”. “Tutti i lavoratori non assunti dall’acquirente – hanno aggiunto – rimarranno in capo all'amministrazione straordinaria per la durata del programma e potranno essere impiegati nelle attività di decontaminazione eseguite dalla procedura”. La fonte ha anche precisato che i numeri dei tagli previsti nell'offerta presentata da Am Investco sono “suscettibili di miglioramento, per espressa dichiarazione di disponibilità dell'offerente”. Oggi, dice la fonte, l'organico delle società Ilva oggetto del trasferimento è composto da 14.220 lavoratori effettivi, di cui circa 2.400 in cassa integrazione. “La differenza tra la situazione attuale e quella post-acquisizione – continua – sarebbe di circa 2.400 persone in più in cassa integrazione. L'offerta prevede l'assunzione di 9.407 lavoratori, mentre resterebbero in cassa integrazione nell'amministrazione straordinaria 4.813 persone".

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