Ilva, previsti 5-6 mila esuberi. Sindacati: proposte "inaccettabili"

Economia
Un lavoratore dell'Ilva di Taranto (Getty Images)

Le due cordate Am Investco e Acciai Italia hanno presentato le due opzioni per l'acquisizione. Secco no dei rappresentanti dei lavoratori che pongono come punto prioritario la tenuta dei livelli occupazionali

"Proposte inaccettabili". È questo il giudizio dei sindacati di categoria sulle due proposte di acquisizione dell'Ilva, portate il 30 maggio in un incontro alla sede romana del Ministero dello Sviluppo Economico, dalle due cordate Am Investco (Arcelor Mittal-Marcegaglia) e Acciai Italia (Jindal-Arvedi-Cdp-Del Vecchio)

Le due possibilità di acquisizione

Le offerte lanciate dai due gruppi per rilevare l'acciaieria di Taranto, la più grande d'Europa, sono state presentate alla presenza del ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda, dei responsabili delle sigle sindacali e dei commissari straordinari Enrico Laghi, Piero Gnudi e Corrado Carrubba. Due patti che complessivamente prevedono dai circa 5mila agli oltre 6mila esuberi, almeno durante la fase iniziale di produzione. In particolare la prima proposta, quella della cordata Am Investco (formata da Arcelor Mittal e Marcegaglia con l'eventuale partnership di Intesa San Paolo, nel caso di un'aggiudicazione), che è stata scelta dai tre commissari, prevede 4.800 esuberi dal 2018 contro i 6.400 dell'alternativa di Acciai Italia.

I dati sul ciclo produttivo

In quanto alla produzione, riferiscono i sindacati, la proposta di Am Investco prevede che le attuali 5,7 milioni di tonnellate, vengano riportata entro il 2024 a 8 milioni con il mantenimento del ciclo produttivo in atto e sostenendo la produzione anche con l'utilizzo di semilavorati a Genova e Taranto. Per attuare tale ripresa, secondo le previsioni del piano, dovrà essere ripristinata l'area a caldo di Taranto, delle cokerie e dell'agglomerato e degli altiforni 1, 2, 4 fino al completamento del piano ambientale e alla successiva riattivazione dell'altoforno 5. Un piano che, secondo il commissario Laghi che ha illustrato la proposta, potrebbe portare a una crescita delle spedizioni da 5,6 a 9,5 milioni di tonnellate nel 2024.

Il costo del personale e il numero dei lavoratori

Entrambe le offerte prevedono inoltre un'estensione del portafoglio prodotti che punta ai comparti dell'automotive, delle costruzioni, dei mezzi pesanti e del packaging. Differenze sostanziali sono invece previste sul costo medio annuo del personale. Nella proposta di Am Investco ammonta a 52mila euro, mentre la cordata Acciai Italia scende a una previsione di 43mila euro. Ma è il numero degli effettivi che ha attratto di più le critiche delle sigle sindacali di categoria dopo la comunicazione di tagli netti al personale lavoratore. La proposta di Am Investco prevede un impiego di 9.407 unità nel 2018 con una proiezione di 10.812 entro il 2024, mentre Acciai Italia partirebbe 7.812 lavoratori per poi salire a 8.480, con l'impegno ad un eventuale "bonus" in caso di stabilità dei costi medi complessivi.

Il no dei sindacati

Un piano a cui tutti i sindacati presenti si sono detti non disponisibili. "Partiamo male. Le voci di esuberi sono inaccettabili, devono essere subito fatte rientrare", ha dichiarato il segretario generale della Fim-Cisl, Marco Bentivogli. Salvatore Barone, responsabile settori produttivi della Cgil, ha chiesto anche di "conoscere le ragioni per cui i commissari hanno indicato la preferenza per l'offerta presentata da Arcelor Mittal-Marcegaglia". Una domanda alla quale ha risposto il Ministro Calenda che durante l'incontro ha ribadito come l'aggiudicazione della gara non fosse avvenuta, ma è giunta al completamento della fase di analisi delle due offerte con il parere dei commissari in favore di Am Investco. Più deciso poi il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, per il quale "se annunceranno esuberi non avranno lo stabilimento, non li faremo neanche entrare". Infine Maurizio Landini, segretario generale Fiom, ha ricordato che per chiudere la partita l'accordo con i sindacati è vincolante. Anche per questo un prossimo incontro per la valutazione delle proposte da parte dei sindacati è stato fissato sempre al Dicastero di via Molise giovedì 1 giugno.

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