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Export, crescono le vendite verso l'estero di formaggi italiani

Economia
Un produttore italiano (Getty Images)

Uno studio di Agrifood Monitor indica che negli ultimi 10 anni il volume delle esportazioni di tutte nostre specialità lattiero-casearie è quasi raddoppiato: +92% nel periodo 2006-2016

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Se una delle eccellenze italiane riconosciute a livello mondiale è quella del cibo, in parte lo si deve anche ai nostri formaggi. Almeno stando ai dati di uno studio di Agrifood Monitor - l'osservatorio nato dalla collaborazione tra Nomisma e Crif - secondo il quale la vendita dei nostri prodotti lattiero-caseari all'estero non conosce crisi e continua a far segnare importanti crescite sui mercati internazionali. Una tendenza ancora più significativa di fronte al rallentamento dei consumi interni, calati dell'11% tra il 2011 al 2016.

L'export italiano

La ricerca, presentata in occasione di "Cibus Connect" a Parma, ha evidenziato come i prodotti di eccellenza del made in Italy continuino a vincere le sfide sulle tavole estere. Lo dimostra il volume delle esportazioni delle specialità a base di latte che, si legge nel rapporto, è quasi raddoppiato negli ultimi 10 anni, facendo segnare crescite pari al 92% nel periodo 2006-2016 (contro il 72% delle esportazioni agroalimentari totali). In cima alla lista ci sono i formaggi nostrani le cui vendite estere hanno raggiunto, nell'arco del 2016, un valore pari a 2,4 miliardi di euro, incidendo per l'82% sul valore totale dell'export lattiero-caseario. Grazie ai suoi prodotti l'Italia si piazza fra i primi dieci esportatori mondiali del settore, ovvero nella nicchia di Paesi che detengono il 72% di un mercato da 24 miliardi di euro all'anno. In questa particolare classifica il Belpaese si piazza al quarto posto con un 10% di controllo del mercato, dietro a Olanda e Francia (entrambe al 12%) e alla Germania (al 14%).

Le destinazioni

Se l'obiettivo di mercato è dunque quello di scalare le posizioni e porsi in cima alla lista degli esportatori, non corriamo invece rischi sul versante del prezzo. I formaggi italiani, infatti, detengono una leadership quasi assoluta con vendite pari a 6,23 euro al chilo. Dietro di noi, staccati di quasi due euro, i formaggi francesi, venduti in media a 4,42 euro al chilo e i tedeschi a 2,81 euro al chilo. Per quanto riguarda le destinazioni delle nostre specialità, l'Italia - secondo il rapporto - figura primo fornitore estero di Francia e Stati Uniti (con quote rispettivamente pari al 30% ed al 24% del mercato), il terzo di Germania e Regno Unito ed il quarto di Giappone e Spagna. Più distaccata, a causa dell'embargo alle importazioni dalla Unione europea imposto nell'agosto del 2014, risulta la Russia. Ma il vero "caso", ricorda il report, è quello del mercato cinese che, nonostante le sue piccole dimensioni (circa 380 milioni di euro nel 2016), continua a mostrare tassi di crescita vertiginosi: solamente nel periodo 2013-2016 la quantità di formaggi italiani arrivati nel territorio del Paese asiatico è aumentata del 118%.