La società dei messaggini che scompaiono sbarca in Borsa. Con l'Ipo ha venduto 200 milioni di azioni a 17 dollari l'una, raccogliendo 3,4 miliardi. Il controllo resterà nella mani dei co-fondatori Spiegel e Murphy: le azioni vendute, infatti, sono senza diritto di voto
Snapchat, con i suoi messaggini che scompaiono, sbarca a Wall Street. Snap Inc ha venduto 200 milioni di azioni a 17 dollari l'una: un prezzo, superiore alla forchetta di 14-16 dollari fissato in precedenza, che valuta la società 24 miliardi di dollari. Con l'Initial public offering (Ipo), Snap Inc ha quindi raccolto 3,4 miliardi di dollari. La quotazione di Snap è la maggiore a Wall Street dallo sbarco in Borsa di Alibaba nel 2014.
Attenzione alta - A suonare la campanella di Wall Street, che segna l’inizio degli scambi e l’esordio in Borsa di Snap Inc, saranno i due co-fondatori della società, Evan Spiegel e Bobby Murphy. La quotazione arriva in un momento di crescenti pressioni per l'azienda, con Facebook che sta proponendo sulla sua piattaforma un prodotto simile. Se l'Ipo avrà successo, si tratterà di un buon segnale per le cosiddette “unicorn”, le start up con una valutazione superiore al miliardo di dollari, e probabilmente darà il via a una nuova ondata di quotazioni. Spiegano gli analisti: “Se avrà successo aprirà la porta a molte Ipo. Se il prezzo calerà sotto l'ipo, invece, lascerà l'amaro in bocca agli investitori e spingerà i manager di altre società a riflettere prima di considerare una quotazione”. Le “unicorn” tecnologiche sono circa 150, con valutazioni fra 1 e 5 miliardi di dollari. Molte di queste pensano alla quotazione quest'anno. L’attenzione è quindi alta. Con gli investitori, spettatori interessati, che si chiedono se Snap sarà una nuova Facebook, imitandone il successo, o una nuova Twitter.
Controllo rimane a Spiegel e Murphy - Dopo lo sbarco in Borsa, sotto il simbolo “SNAP”, i due co-fondatori Spiegel e Murphy manterranno il controllo della società con quote valutate 4,3 miliardi di dollari ciascuna. Le azioni vendute da Snapchat, infatti, sono senza diritti di voto e lasciano la gestione a Spiegel e Murphy. La vendita di azioni senza diritto di voto preoccupa, secondo indiscrezioni, la Sec: la consob americana potrebbe valutare un intervento per mancanza di trasparenza.