Come affrontare i colleghi egoisti sul posto di lavoro
EconomiaUn articolo comparso sul sito del World Economic Forum mostra tre strategie per ottenere il meglio dai compagni di lavoro che non brillano per generosità
Anche se per l'azienda sarebbe più conveniente evitare di assumerli, gli egoisti sono un problema che sul posto di lavoro non può essere aggirato. Un articolo comparso sul sito del World Economic Forum fornisce alcuni consigli per affrontare al meglio i colleghi meno generosi con il prossimo e riuscire a trarre comunque il meglio da loro.
Meglio agire all'origine - “Il mio primo consiglio è quello di smettere di assumere le persone che prendono più di quello che danno (i 'taker', in inglese). Il loro comportamento è contagioso e hanno un effetto tossico sui team”, scrive sul sito del Wef Adam Grant, professore presso la Wharton School, una delle più importanti scuole di business al mondo. “Anche quando sono competenti, la loro lealtà finale è verso sé stessi”. Spesso, però, quella di licenziare un collega egoista non è un opzione: restano allora tre mosse attraverso le quali è possibile migliorare l'ambiente di lavoro.
Trovare i lati positivi – Al di là delle apparenze, la maggioranza delle persone che si comportano in modo egoista sul lavoro non sono negative sempre e comunque (a meno che non parli di casi davvero patologici): il primo consiglio del professor Grant, dunque, è quello di osservare i momenti nei quali i colleghi in questione si rivelano meno egoisti. Comprendere cosa hanno in comune i contesti più “morbidi” offrirà una migliore idea delle motivazioni alla base del comportamento negativo e sarà un buon punto di partenza per entrare in una relazione più costruttiva.
Rivelare la reputazione – Potrà sembrare rischioso, ma rivelare a un collega il fatto che nell'ambiente di lavoro si è fatto una pessima reputazione a causa dei suoi comportamenti può rappresentare un ottimo deterrente. Se non altro, scoprire le carte dà l'opportunità di riscattare la propria immagine agli occhi degli altri. Grant cita un caso concreto nel quale una dipendente si è rivolta a un compagno di lavoro mettendo in chiaro subito la fama che lo precedeva: “Non so se sia vero o no quello che si dice, ma non lavoro bene con le persone che operano in questo modo” aveva affermato la donna. Fu un messaggio efficace, scrive il professore, in quanto il collega nel successivo anno e mezzo si rivelò molto più generoso e disponibile rispetto a prima. “Poche persone si guardano allo specchio e vedono un 'taker' di fronte a sé”, scrive Grant, “ancora meno vogliono apparire egoisti sul posto di lavoro”.
Comprendere i loro obiettivi – Un ultimo modo per dirigere al meglio i comportamenti di queste persone poco disponibili a sacrificarsi per gli altri è quello di capire i loro obiettivi finali: molto spesso l'egoismo si rivela più un ostacolo che un aiuto al loro raggiungimento. Non resta che far passare questo messaggio a chi di dovere e, molto probabilmente, sarà il migliore incentivo verso un migliore atteggiamento.