Almaviva, a Roma niente accordo. Rischio oltre 1.600 licenziamenti

Economia
Un momento della manifestazione dei lavoratori di ''Almaviva'' davanti al Ministero dello Sviluppo Economico, a Roma, 19 dicembre 2016.    ANSA/GIUSEPPE LAMI

L’intesa raggiunta tra governo e sindacati è stata approvata a Napoli ma è arrivato il no delle Rsu della Capitale. Lo stabilimento romano del call center verso la chiusura

Prima l’accordo poi la doccia fredda. L’intesa transitoria raggiunta nella notte sulla vertenza del call center Almaviva Contact è parzialmente saltata. La sede di Napoli ha firmato, mentre i colleghi di Roma hanno deciso per il “no” e i 1666 lavoratori della sede capitolina sono a rischio licenziamento, con le lettere che potrebbero partire a breve. Anche il ministro del Mise Carlo Calenda ha dichiarato che “i licenziamenti sono inevitabili”.

 

La decisione dei lavoratori romani è stata annunciata con un tweet dal viceministro allo Sviluppo economico Teresa Bellanova:

 

 

Accordo saltato per 1666 dipendenti - La proposta avanzata dal ministro dello Sviluppo economico, pur essendo stata avvallata dai segreteri generali di Cgil, Cisl e Uil, non ha infatti ricevuto - in un acceso confronto svoltosi fino alle 4 di notte - il via libera delle rappresentanze sindacali unitarie della sede di Roma, che a questo punto sembra destinata a chiudere i battenti.

Come previsto dalla procedura di mobilità, ormai scaduta, l'azienda - a partire da oggi e per i prossimi 120 giorni - potrà infatti far partire le lettere dI licenziamento per i 1.666 dipendenti del sito capitolino. Salvi, invece, almeno per ora e per i prossimi tre mesi, gli 845 colleghi della sede di Napoli, i cui rappresentanti hanno deciso di firmare l'accordo che prevede l'attivazione della Cigs entro il 31 dicembre 2016 e sino al 7 aprile 2017.

 

Calenda: "Grandissimo rammarico" - Nel corso della giornata il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ha espresso pessimismo: “A questo punto non c’è alternativa ai licenziamenti, il governo ha fatto qualunque cosa fosse possibile e non ha mai mollato un secondo perché si tratta dell’anello più fragile del tessuto produttivo italiano”. Calenda ha detto di rispettare la decisione ma “non possiamo non esprimere un grandissimo rammarico”. Il ministero ha aggiunto che i punti dell'intesa richiamano l'accordo firmato a maggio da azienda e sindacati e rimasto poi inapplicato. 

 

Soddisfazione a Napoli - “Alle porte del Natale, licenziamento scongiurato per 843 lavoratori del sito di Almaviva di Napoli”, ha invece dichiarato l’assessore campano al Lavoro Sonia Palmeri. Gli ammortizzatori sociali nazionali verranno prorogati quindi per i prossimi tre mesi, fino al 7 aprile 2017 con la continuazione del tavolo di concertazione. Stipendi ridotti per i lavoratori di via Brin ma per ora il posto di lavoro è salvo, in attesa di un accordo risolutivo.

 

Le critiche della Cgil - Situazione opposta a Roma. In assenza dell’accordo per la sede della Capitale, a partire dal 22 dicembre e per i prossimi 120 giorni, l’azienda farà partire le lettere di licenziamento per i 1666 dipendenti della sede romana, che verrà chiusa.

La decisione delle Rsu romane è stata criticata dalla Fistel Cisl: "Irresponsabile e sottovalutata per gli effetti devastanti che genererà”. La Cgil ha invece criticato il Mise, spiegando che al tavolo "è avvenuta una cosa molto brutta e grave, il governo è venuto meno al suo ruolo di arbitro".

Secondo il sindacalista, infatti, le rsu non hanno firmato "perché il testo proposto parla di impegno a fare qualcosa, ma anche di cominciare a licenziare. Bisognava dare a quelle persone almeno il tempo di parlare con i lavoratori".

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