Sospensione cautelare alla circolare della Banca d'Italia che contiene le misure per la trasformazione degli istituti in società per azioni. Nel mirino le limitazioni per i soci che esercitano il diritto di recesso. La decisione ha trascinato giù i titoli quotati in Borsa
Il Consiglio di Stato ha sospeso la circolare della Banca d'Italia che contiene le misure per la trasformazione della banche popolari in società per azioni. La decisione, in via cautelativa, è stata presa in seguito all’accoglimento parziale del ricorso di alcuni soci contro la riforma delle banche popolari.
I motivi della sospensione. Secondo l'ordinanza pubblicata oggi, fra i punti bocciati, c’è anche la parte del regolamento di Banca d'Italia che consente la limitazione o l'esclusione del diritto al rimborso dei soci che hanno esercitato il diritto di recesso. I provvedimenti impugnati, secondo il Consiglio di Stato, incidono direttamente su prerogative relative allo status di socio della banca popolare. Emerge, quindi, un profilo di immediata lesività e la circolare "appare affetta da vizi”
La reazione dei mercati. La decisione del Consiglio di Stato ha portato in rosso le popolari quotate in Borsa, che hanno appesantino Piazza Affari. Ubi ha perso il 4,7%, Popolare di Sondrio -3,6% e Bper -2%. Male anche Banco Popolare -0,6% e Bpm -0,3%. Il Credito Valtellinese, invece, ha chiuso sulla parità.
Cosa accadrà adesso. Sul riordino delle Banche Popolari deve ancora esprimersi la Corte Costituzionale, che dovrà dare un parere sulla legittimità della riforma. In attesa di ciò il Consiglio di Stato ha rinviato la discussione sul merito della sospensione. "L'ordinanza del Consiglio di Stato ha accolto parzialmente il nostro ricorso. "Dobbiamo aspettare la Corte costituzionale per avere certezze sul diritto di recesso e per dire ai soci come comportarsi" ha commentato Fausto Capelli, uno degli avvocati che ha presentato il ricorso contro le disposizioni di Bankitalia sulla riforma delle popolari. "L'ordinanza del Consiglio di Stato ha accolto parzialmente il nostro ricorso”.