Dai cuochi ai camerieri: la nostra ristorazione cerca professionisti
EconomiaLo sostiene l'ultima indagine della Federazione Italiana Pubblici Esercizi-Confcommercio, presentata nel corso della seconda edizione del “Food and Wine in Progress” di Firenze
Il settore della ristorazione è alla ricerca di professionisti. A sostenerlo è l'ultima indagine della Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi)-Confcommercio, presentata nel corso della seconda edizione di “Food and Wine in Progress”, il grande evento dedicato alle eccellenze enogastronomiche che si chiude oggi alla Stazione della Leopolda di Firenze.
Un settore che cresce – Secondo quanto emerge dalla ricerca, il comparto della ristorazione in Italia è ancora uno tra quelli che segnano numeri positivi. Se da un lato, infatti, i consumi delle famiglie italiane per i pasti in casa continuano ad abbassarsi (con perdite di oltre 12 punti percentuali dal 2007 al 2015), dall'altro lato sono sempre più alte le spese per i pasti consumati "fuori casa". Almeno dal 2013, secondo la Fipe, che ha precisato come a questa crescita sia legata quella dell'occupazione nel settore dei pubblici esercizi: +1,5% dal 2008 al 2015, pari a 96mila nuovi posti di lavoro.
Largo ai giovani – All'ottimismo legato ai numeri si aggiunge anche quello che riguarda il fattore anagrafico. L'indagine ha infatti evidenziato come la ristorazione rappresenti un settore di lavoro ideale per i più giovani, dal momento che ben il 72% dei dipendenti appartengono alla fascia degli "under 40". Per loro la richiesta di lavoro è abbondante e l'inquadramento sicuro. La scarsità di alcuni profili professionali nel settore ha portato, infatti, ad alzare l'offerta da parte delle imprese del settore. Tra le figure più richieste ci sono cuochi, aiuti cuochi, camerieri, baristi, pasticceri e gelatai artigianali. Per loro buone notizie anche dal versante contratti visto che, ricorda l'indagine, quasi 8 lavoratori su 10 nel settore enogastronomico (ben il 76%) lavorano grazie ad un contratto a tempo indeterminato, il 18% a tempo determinato e il resto è stagionale.
Puntare sul web e qualità – Infine, lo studio fa una puntualizzazione sul modo di comunicare la ristorazione. Aldo Cursano, vicepresidente vicario di Fipe-Confcommercio, ha sottolineato come "saper comunicare, per i giovani sarebbe garanzia di un lavoro certo e per le nostre aziende uno strumento in più per crescere, perché non si raggiunge l’eccellenza con personale poco preparato. La ristorazione ha bisogno dei giovani e non solo negli ambiti classici della cucina e dalla sala. C’è, per esempio, da fare un passo avanti nella digitalizzazione delle imprese e nello storytelling", ha precisato Cursano.