Venerdì nero per i mercati: persi 174 miliardi. Piazza Affari trascinata giù soprattutto dai titoli bancari
Un vecchio adagio sui mercati recita "Sell on may and go away", ossia vendi a maggio e vai via, come a dire che è quello tradizionalmente il mese migliore per chiudere le posizioni e incassare i guadagni, restando alla finestra nei mesi estivi, segnati da volumi più bassi e turbolenze potenzialmente maggiori. Ebbene, la prima decade di giugno sembra dare corpo e sostanza a questa impostazione. Dopo un periodo positivo, infatti, i mercati azionari hanno imboccato di nuovo la via della discesa. Un venerdì così nero non lo si vedeva infatti da inizio anno.
Brexit - A dettare le vendite, i timori legati alla Brexit, ossia l'eventuale uscita del Regno Unito dall'Unione Europea (il referendum si terrà il 23 giugno). Ma anche, in parte, l'attesa per le decisioni della Federal Reserve americana nella riunione della settimana prossima, anche se un aumento del costo del denaro non sembra alle viste, almeno per questa estate. Male tutta l'Europa, con l'indice paneuropeo che ha perso il 2,3%, pari a 174 miliardi di capitalizzazione.
Milano - Piazza Affari, tra le più penalizzate, ha lasciato sul terreno oltre il 3%, appesantita dai titoli delle banche (sia pur in assenza di motivi specifici che riguardassero il settore finanziario): tra i cali più corposi, spunta dello di Unicredit, che vede slittare a fine luglio la nomina dei nuovi vertici. Tra le valute, in difficoltà la Sterlina, che da qui al referendum del 23 giugno sarà ancora - con ogni probabilità - al centro delle tensioni sulla Brexit.