Il segretario Cgil contro la norma del Jobs Act che ha eliminato l'accordo preventivo per accedere a computer, cellulari e tablet dei dipendenti. Il Ministero: "In linea con indicazioni Garante". Squinzi: "Chi ha coscienza pulita non teme controlli"
Botta e risposta tra Ministero e Cgil sulla norma con cui il governo, nell'ultimo decreto sul Jobs Act, quello relativo alla semplificazione, ha eliminato l'accordo sindacale preventivo per accedere ai controlli su computer cellulari e tablet dei lavoratori.
Uno "spionaggio contro i lavoratori" che in letteratura "abbiamo sempre definito come il Grande Fratello", lo definisce la leader della Cgil, Susanna Camusso. "Una norma in linea con il Garante della Privacy", replica il Ministero del Lavoro.
E il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, a margine dell'assemblea degli industriali di Lecco e Sondrio, commenta: "Chi ha la coscienza pulita non dovrebbe temere nessun tipo di controllo, non si deve avere paura". E a chi gli chiede: "Controllerete i dipendenti?", risponde: "Ma no...".
Camusso: "Abuso rispetto alla privacy" - "Se uno viene autorizzato a entrare nei mezzi di comunicazione che usano le persone è difficile non definirlo un Grande Fratello", aveva commentato poco prima il segretario Cgil. Una mossa, quella del governo, per la Cgil "inaspettata" e che "per tante ragioni profila un abuso rispetto alle norme di diritto che esistono sulla privacy delle persone".
Ministero: "In linea con Garante" - Ma il ministero del Lavoro, attraverso una nota, fa sapere che la norma sui controlli a distanza contenuta nel decreto attuativo del Jobs act non prevede alcuna liberalizzazione ed è "in linea con le indicazioni del Garante della Privacy". La norma, spiega la nota, "adegua la normativa contenuta nello Statuto dei lavoratori alle innovazioni tecnologiche".
Sindacato pronto alla battaglia - La Cgil, dunque, valuterà ora il da farsi: dalla pressione sulle commissioni parlamentari che dovranno valutare la delega fino alla possibilità di fare ricorsi anche alla corte di giustizia europea. Ma soprattutto il sindacato si appresta a continuare la mobilitazione e la contrattazione.
"Scelta del governo incomprensibile" - "E’ una norma molto preoccupante, ricorda la discussione sui sistemi di controllo americani sui singoli Stati che non i temi del lavoro", ha aggiunto Camusso ribadendo come "siamo di fronte a un'idea della vita delle persone davvero sconvolgente".
E' una scelta quella del governo dunque, per la Cgil, "incomprensibile. "Non si capisce perché si è avuto bisogno di inserire un modello di questo tipo se non per dare un messaggio alle persone che non sono libere ma anzi controllate".
Uno "spionaggio contro i lavoratori" che in letteratura "abbiamo sempre definito come il Grande Fratello", lo definisce la leader della Cgil, Susanna Camusso. "Una norma in linea con il Garante della Privacy", replica il Ministero del Lavoro.
E il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, a margine dell'assemblea degli industriali di Lecco e Sondrio, commenta: "Chi ha la coscienza pulita non dovrebbe temere nessun tipo di controllo, non si deve avere paura". E a chi gli chiede: "Controllerete i dipendenti?", risponde: "Ma no...".
Camusso: "Abuso rispetto alla privacy" - "Se uno viene autorizzato a entrare nei mezzi di comunicazione che usano le persone è difficile non definirlo un Grande Fratello", aveva commentato poco prima il segretario Cgil. Una mossa, quella del governo, per la Cgil "inaspettata" e che "per tante ragioni profila un abuso rispetto alle norme di diritto che esistono sulla privacy delle persone".
Ministero: "In linea con Garante" - Ma il ministero del Lavoro, attraverso una nota, fa sapere che la norma sui controlli a distanza contenuta nel decreto attuativo del Jobs act non prevede alcuna liberalizzazione ed è "in linea con le indicazioni del Garante della Privacy". La norma, spiega la nota, "adegua la normativa contenuta nello Statuto dei lavoratori alle innovazioni tecnologiche".
Sindacato pronto alla battaglia - La Cgil, dunque, valuterà ora il da farsi: dalla pressione sulle commissioni parlamentari che dovranno valutare la delega fino alla possibilità di fare ricorsi anche alla corte di giustizia europea. Ma soprattutto il sindacato si appresta a continuare la mobilitazione e la contrattazione.
"Scelta del governo incomprensibile" - "E’ una norma molto preoccupante, ricorda la discussione sui sistemi di controllo americani sui singoli Stati che non i temi del lavoro", ha aggiunto Camusso ribadendo come "siamo di fronte a un'idea della vita delle persone davvero sconvolgente".
E' una scelta quella del governo dunque, per la Cgil, "incomprensibile. "Non si capisce perché si è avuto bisogno di inserire un modello di questo tipo se non per dare un messaggio alle persone che non sono libere ma anzi controllate".