Dopo la sentenza della Consulta, Inps e istituti di previdenza si adegueranno automaticamente, senza bisogno di presentare alcuna domanda. I rimborsi saranno completi per gli assegni fino a 1500 euro, graduali tra 1500 e 3000, nulli sopra i 3000. SCHEDA
Gli importi dell'adeguamento delle pensioni non sono ancora definiti e bisognerà attendere qualche giorno per avere le indicazioni del Governo. Ma una cosa è certa: non ci sarà bisogno di presentare alcuna domanda all'Inps e meno che mai di fare un ricorso. Saranno direttamente gli enti previdenziali a fare i conti su quanto "restituire" ai pensionati dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato il blocco dell'adeguamento all'inflazione negli anni 2012-13 per le pensioni superiori a tre volte il minimo.
Il nodo è giuridico, economico (per trovare le risorse che servono a pagare gli aumenti) e anche politico, visto che si tratta di un tema urticante a ridosso delle elezioni regionali.
Ecco le indicazioni reali che possono essere fornite al momento ai pensionati che, dopo aver visto congelata la pensione nel 2012-13, possono ora attendersi la restituzione del mancato adeguamento e l'effetto aumento che questo avrà anche sugli importi mensili attuali.
Effetti automatici - La Corte Costituzionale ha "cancellato" il blocco biennale dell'adeguamento e l'effetto scatterà automaticamente. Si tratta di un diritto soggettivo acquisito, quindi l'Inps e gli istituti di previdenza si adegueranno automaticamente e lo Stato dovrà trovare le risorse. Non serve presentare domande e, al momento, sono inutili anche costosi ricorsi. Ovviamente - come spiegato nel comunicato diffuso dalla Corte Costituzionale - dal momento di cancellazione della norma "gli interessati possono adottare le iniziative che reputano necessarie": questo a dire che se le scelte del governo non sono condivise sarà, come è ovvio, sempre possibile presentare un ricorso.
La riduzione dell'impatto - Il ministro dell'Economia Padoan ha spiegato che il governo punta a rispettare le indicazioni della Consulta cercando di minimizzare l'importo sui conti. Tradotto per i pensionati significa che l'adeguamento all'inflazione non sarà per tutti allo stesso modo. Il governo punta a introdurre degli 'adeguamenti' parziali per gli importi più alti e a rateizzare l'arretrato. Potrebbe anche essere prevista una indicizzazione differenziata tra il passato e il presente-futuro. Non ci sarebbe sul tavolo, invece, il pagamento tramite Bot o titoli di Stato (VIDEO).
Arretrati pagati a rate - Quello che appare ovvio è che gli arretrati non saranno pagati in unica soluzione, ma a rate. L'Inps, come detto, dovrà attendere le indicazioni del governo per adeguarsi, ma lo farà senza che arrivi una richiesta del pensionato. Ma per questo servono anche alcuni dettagli: quale inflazione prendere a riferimento, quella programmatica (che nel 2013 è stata al 2,6%, o quella reale che si è fermata all'1,2%).
Rimborsi - Saranno restituiti solo 4 miliardi. Saranno infatti rimborsate completamente solo le pensioni fino a 1500 euro, in maniera graduale tra i 1500 e i 3000 e poi tra i 3mila in sù probabilmete non avranno nulla. VIDEO
L'aumento delle pensioni - Ma veniamo al nodo dell'adeguamento delle pensioni attuali. Vale circa 1,6 miliardi per il governo. E per le pensioni tra 1.500 e 2.500 euro vale - secondo i calcoli Uil - tra gli gli 85 e i 135 euro al mese. Il calcolo, come è ovvio, scatterà solo quando il governo avrà deciso come trattare il 'passato': questo proprio perché l'aumento dell'inflazione si applica partendo dai nuovi valori ricalcolati delle pensioni.
Meccanismi per limitare l'indicizzazione? - Ma una volta chiari i criteri, non ci vorrà molto per introdurre gli aumenti nelle pensioni. Chiaramente anche per le pensioni attuali e per quelle futuro, il governo potrebbe decidere dei meccanismi per limitare l'indicizzazione. Già oggi vengono 'aggiornate' con un decalage che va dal 100% dell'inflazione programmata per quelle che non superano tre volte il minimo (circa 1.500 euro), al 45% per quelle sopra sei volte il minimo (circa 3.000 euro). Comunque, se tutto viene deciso in fretta pensioni piu' pesanti potrebbero anche arrivare a giugno-luglio.
Il nodo è giuridico, economico (per trovare le risorse che servono a pagare gli aumenti) e anche politico, visto che si tratta di un tema urticante a ridosso delle elezioni regionali.
Ecco le indicazioni reali che possono essere fornite al momento ai pensionati che, dopo aver visto congelata la pensione nel 2012-13, possono ora attendersi la restituzione del mancato adeguamento e l'effetto aumento che questo avrà anche sugli importi mensili attuali.
Effetti automatici - La Corte Costituzionale ha "cancellato" il blocco biennale dell'adeguamento e l'effetto scatterà automaticamente. Si tratta di un diritto soggettivo acquisito, quindi l'Inps e gli istituti di previdenza si adegueranno automaticamente e lo Stato dovrà trovare le risorse. Non serve presentare domande e, al momento, sono inutili anche costosi ricorsi. Ovviamente - come spiegato nel comunicato diffuso dalla Corte Costituzionale - dal momento di cancellazione della norma "gli interessati possono adottare le iniziative che reputano necessarie": questo a dire che se le scelte del governo non sono condivise sarà, come è ovvio, sempre possibile presentare un ricorso.
La riduzione dell'impatto - Il ministro dell'Economia Padoan ha spiegato che il governo punta a rispettare le indicazioni della Consulta cercando di minimizzare l'importo sui conti. Tradotto per i pensionati significa che l'adeguamento all'inflazione non sarà per tutti allo stesso modo. Il governo punta a introdurre degli 'adeguamenti' parziali per gli importi più alti e a rateizzare l'arretrato. Potrebbe anche essere prevista una indicizzazione differenziata tra il passato e il presente-futuro. Non ci sarebbe sul tavolo, invece, il pagamento tramite Bot o titoli di Stato (VIDEO).
Arretrati pagati a rate - Quello che appare ovvio è che gli arretrati non saranno pagati in unica soluzione, ma a rate. L'Inps, come detto, dovrà attendere le indicazioni del governo per adeguarsi, ma lo farà senza che arrivi una richiesta del pensionato. Ma per questo servono anche alcuni dettagli: quale inflazione prendere a riferimento, quella programmatica (che nel 2013 è stata al 2,6%, o quella reale che si è fermata all'1,2%).
Rimborsi - Saranno restituiti solo 4 miliardi. Saranno infatti rimborsate completamente solo le pensioni fino a 1500 euro, in maniera graduale tra i 1500 e i 3000 e poi tra i 3mila in sù probabilmete non avranno nulla. VIDEO
L'aumento delle pensioni - Ma veniamo al nodo dell'adeguamento delle pensioni attuali. Vale circa 1,6 miliardi per il governo. E per le pensioni tra 1.500 e 2.500 euro vale - secondo i calcoli Uil - tra gli gli 85 e i 135 euro al mese. Il calcolo, come è ovvio, scatterà solo quando il governo avrà deciso come trattare il 'passato': questo proprio perché l'aumento dell'inflazione si applica partendo dai nuovi valori ricalcolati delle pensioni.
Meccanismi per limitare l'indicizzazione? - Ma una volta chiari i criteri, non ci vorrà molto per introdurre gli aumenti nelle pensioni. Chiaramente anche per le pensioni attuali e per quelle futuro, il governo potrebbe decidere dei meccanismi per limitare l'indicizzazione. Già oggi vengono 'aggiornate' con un decalage che va dal 100% dell'inflazione programmata per quelle che non superano tre volte il minimo (circa 1.500 euro), al 45% per quelle sopra sei volte il minimo (circa 3.000 euro). Comunque, se tutto viene deciso in fretta pensioni piu' pesanti potrebbero anche arrivare a giugno-luglio.