L’ottimismo di Padoan: "L’Italia è fuori dalla recessione"

Economia

Vittorio Eboli

Nelle audizioni in Parlamento sul Def, il ministro dell’Economia conferma le stime di crescita (pil +0,7% quest’anno) e il "tesoretto" da 1,6 miliardi. La prudenza di Bankitalia: cifra modesta, e neanche certa: va usata per tagliare il debito. VIDEO

L’ottimismo di Padoan contro la prudenza di Bankitalia e Corte dei Conti. E’ questa, fuori dal linguaggio tecnico, la sintesi di una lunga giornata di audizioni in Parlamento sul Def, il documento di economia e finanza in cui il governo disegna le previsioni per i prossimi anni. Previsioni confermate dal ministro dell’Economia, che anzi parla di "stime prudenti" quando ribadisce il +0,7% di pil per quest’anno e il +1,4% per il 2016. Anzi, per Padoan, "il contesto più favorevole consente una ripresa più rapida di quanto previsto".

"No ad aumento automatico Iva e altre imposte dirette" - “Il governo – aggiunge Padoan – si impegna a non far scattare le clausole di salvaguardia", cioè le norme che prevedono l’aumento automatico dell’Iva e delle altre imposte dirette in caso di sforamento dei parametri del patto di stabilità europeo. "Il minor gettito – prosegue – sarà compensato in parte da tagli di spesa per 0,6% punti di pil".

"Tesoretto sarà destinato a riforme"
- La “differenza di un decimo di punto di pil tra deficit tendenziale e programmatico (il cosiddetto tesoretto da 1,6 miliardi, ndr) sarà utilizzato per "misure coerenti con il processo di riforme intrapreso, anche se non c’è ancora nulla di deciso” conclude Padoan, che risponde così alle perplessità avanzate, alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, da Banca d'Italia e Corte dei conti.

Prudenza da Bankitalia e Corte dei conti - Per il presidente dell’ufficio parlamentare di Bilancio, Giuseppe Pisauro, "sembra prematuro pensare di utilizzare la cifra annunciata da Renzi dandola già per acquisita. Una deviazione anche modesta dallo scenario ipotizzato annullerebbe i miglioramenti previsti”.
Dello stesso tenore l'analisi di Bankitalia, che definisce comunque "modesto" il bonus, e "dovuto interamente alla minor spesa per interessi sul debito pubblico". Leggasi, grazie alla BCE e al suo massiccio intervento sui mercati, ma non facciamoci illusioni. Soprattutto, aggiunge via Nazionale, i soldi risparmiati meglio usarli per riequilibrare i conti pubblici, iniziando col ridimensionare l’enorme debito italiano. Coi piedi di piombo ci va anche la Corte dei conti, secondo cui "le stime di gettito fiscale contenute nel DEF potrebbero poi risultare sovradimensionate". Pur condividendo l'impianto di fondo, i magistrati contabili invitano alla prudenza, perché lo scenario di ripresa internazionale è fragile e potrebbe riservare sorprese negative. Per esempio, calcola l’Istat, un recupero dell’Euro anche solo dell’1% potrebbe far ridurre l’export dello 0,7% e impattare in modo negativo sul pil dello 0,2%. Andiamoci piano, insomma.

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