Whirlpool-sindacati, è rottura: nuovo tavolo il 27 aprile
EconomiaL'azienda che ha acquisito Indesit, annuncia 1335 esuberi e la chiusura di due siti. No dei sindacati, che abbandonano la trattativa e proclamano 12 ore di sciopero entro maggio. Il ministro dello sviluppo convoca parti sociali e azienda
Sindacati e governo, una volta tanto, uniti: dallo stupore. Entrambi spiazzati dalla Whirlpool e dal suo piano di integrazione con Indesit, acquisita a ottobre sulla base di un accordo (raggiunto a fatica in un tavolo a tre con parti sociali ed esecutivo) che prevedeva 940 esuberi, di fatto “ereditati” dal ‘Piano Italia’ della vecchia Indesit targata famiglia Merloni.
Meno di sei mesi dopo, lo scenario cambia: la multinazionale americana presenta un piano industriale che, a fronte di investimenti per 500 milioni di euro, richiede un aumento degli esuberi a 1.335, quasi 400 in più di quanto stabilito col governo Renzi. Che infatti non ci sta.
Dura la reazione del ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi, che esprime la “forte contrarietà del governo per gli impatti occupazionali” di un piano che prevede l’aumento della produzione negli stabilimenti italiani, di quasi mezzo milione di pezzi l’anno (da 5,6 milioni a oltre 6), ma pure la chiusura dello stabilimento di Carinaro (Caserta: 815 lavoratori), e del centro ricerche di None (Torino: 80 dipendenti).
Un cambio di rotta molto netto anche per il rilancio dello storico polo di Fabriano, nelle Marche, nucleo storico dell’impero-Merloni: se il piano Indesit – stipulato col ministro del lavoro Poletti a giugno – prevedeva un rafforzamento dello stabilimento di Albacina, il piano Whirlpool ne stabilisce invece la chiusura, con trasferimento della produzione di piani cottura nella vicina Melano (8 km) e impatto stimato in “soli” 30 esuberi.
Muro anche dai sindacati: Fim, Uilm e Ugl hanno deciso di rompere la trattativa chiedendo l’intervento del governo e hanno proclamato uno sciopero di 12 ore entro maggio. Sponda arrivata immediatamente: il ministro Guidi ha convocato il tavolo per lunedì 27 aprile.
"Abbiamo sospeso l'incontro con l’azienda dopo che le altre rappresentanze sindacali se ne sono andate. Abbiamo detto all’azienda che non avremmo condotto un confronto senza gli altri". Così Michela Spera, capo delegazione Fiom.
Nel frattempo, si intensifica la protesta dei lavoratori dello stabilimento di Carinaro: i dipendenti hanno bloccato la via d’accesso alla superstrada Marcianise-Giugliano, costringendo le Forze dell’ordine a chiudere gli svincoli di accesso, con enormi disagi alla circolazione con lunghe file di tir in attesa.
Meno di sei mesi dopo, lo scenario cambia: la multinazionale americana presenta un piano industriale che, a fronte di investimenti per 500 milioni di euro, richiede un aumento degli esuberi a 1.335, quasi 400 in più di quanto stabilito col governo Renzi. Che infatti non ci sta.
Dura la reazione del ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi, che esprime la “forte contrarietà del governo per gli impatti occupazionali” di un piano che prevede l’aumento della produzione negli stabilimenti italiani, di quasi mezzo milione di pezzi l’anno (da 5,6 milioni a oltre 6), ma pure la chiusura dello stabilimento di Carinaro (Caserta: 815 lavoratori), e del centro ricerche di None (Torino: 80 dipendenti).
Un cambio di rotta molto netto anche per il rilancio dello storico polo di Fabriano, nelle Marche, nucleo storico dell’impero-Merloni: se il piano Indesit – stipulato col ministro del lavoro Poletti a giugno – prevedeva un rafforzamento dello stabilimento di Albacina, il piano Whirlpool ne stabilisce invece la chiusura, con trasferimento della produzione di piani cottura nella vicina Melano (8 km) e impatto stimato in “soli” 30 esuberi.
Muro anche dai sindacati: Fim, Uilm e Ugl hanno deciso di rompere la trattativa chiedendo l’intervento del governo e hanno proclamato uno sciopero di 12 ore entro maggio. Sponda arrivata immediatamente: il ministro Guidi ha convocato il tavolo per lunedì 27 aprile.
"Abbiamo sospeso l'incontro con l’azienda dopo che le altre rappresentanze sindacali se ne sono andate. Abbiamo detto all’azienda che non avremmo condotto un confronto senza gli altri". Così Michela Spera, capo delegazione Fiom.
Nel frattempo, si intensifica la protesta dei lavoratori dello stabilimento di Carinaro: i dipendenti hanno bloccato la via d’accesso alla superstrada Marcianise-Giugliano, costringendo le Forze dell’ordine a chiudere gli svincoli di accesso, con enormi disagi alla circolazione con lunghe file di tir in attesa.