Tra i contribuenti italiani controllati dalla Guardia di Finanza, più di 1200 avrebbero aderito allo scudo fiscale: rimpatriati 1,6 miliardi di euro. A livello internazionale l'evasione ammonterebbe a 180 miliardi
Oltre tremila verifiche, 741 milioni di redditi non dichiarati finiti in Svizzera e sottratti al fisco, un migliaio di italiani che hanno scudato i propri depositi facendo rientrare un tesoretto di un miliardo e 600 milioni.
La Guardia di Finanza ha da tempo concluso gli accertamenti sui 5.439 nomi di italiani contenuti nella prima lista Falciani, che le nostre autorità ottennero cinque anni fa. Ma l'inchiesta Swissleaks promette nuove rivelazioni che potrebbero aprire un nuovo fronte d'indagine e portare alla luce altre centinaia di nominativi di italiani, sconosciuti e vip, che hanno sottratto redditi a tassazione.
Verifiche sui nomi della lista - Capofila dei nuovi accertamenti, ancora una volta, potrebbe essere la procura di Torino, che fu la prima nel 2010 ad aprire un fascicolo e che successivamente inviò le carte a 120 Procure, competenti in base al principio del luogo di residenza della persona indagata. Un anno fa, infatti, i magistrati piemontesi si sono rivolti ai colleghi spagnoli chiedendo di poter consultare i dati in loro possesso dal 2013 e provenienti anch'essi dall'archivio sottratto alla Hsbc da Hervé Falciani. Si tratta di oltre 121mila conti correnti aperti negli anni in diverse filiali della banca britannica - Ginevra ma anche Lugano, Montecarlo, Lussemburgo, Zurigo e isole del Canale - e gli inquirenti sospettano che tra loro si nascondano migliaia di italiani.
Bisognerà ora capire se si tratta di nominativi già contenuti nelle liste precedenti esaminate dagli investigatori o se siano personaggi completamente sconosciuti: allo stato i magistrati hanno ipotizzato il reato di riciclaggio, ma nel fascicolo non risultano indagati.
Redditi non dichiarati per 741 mln - Nel 2010, quando scoppiò lo scandalo, l'Italia ottenne ufficialmente due diverse liste, entrambe dalle autorità francesi. La prima è quella che arrivò alla Gdf nel maggio del 2010 attraverso la cooperazione amministrativa ai fini fiscali e conteneva, appunto, oltre 5.400 nominativi. Oltre 2.100 non sono stati presi in considerazione: i soggetti indicati non avevano fatto alcuna movimentazione. Per gli altri 3.276 sono partiti i controlli ispettivi che hanno consentito di accertare redditi non dichiarati per 741 milioni e Iva dovuta e non versata per 4,5. Ma oltre un terzo di questi soggetti (1.264) non è stato perseguibile in quanto aveva aderito allo scudo fiscale varato dal governo Berlusconi nel 2009. I finanzieri hanno dunque recuperato 30 milioni, mentre 190 persone sono state denunciate per reati tributari e 101 evasori totali sono stati scoperti.
Il caso Swissleaks - Nella lista Falciani apparivano 7mila nomi italiani tra i quali quello dello stilista Valentino Garavani, Flavio Briatore e Valentino Rossi che, da tempo, affermano di non avere più conti in sospeso con il fisco.
La questione è riemersa dopo che alcuni quotidiani internazionali hanno scritto che la banca britannica Hsbc avrebbe aiutato facoltosi clienti a eludere il fisco nascondendo patrimoni di milioni di dollari.
La Guardia di Finanza ha da tempo concluso gli accertamenti sui 5.439 nomi di italiani contenuti nella prima lista Falciani, che le nostre autorità ottennero cinque anni fa. Ma l'inchiesta Swissleaks promette nuove rivelazioni che potrebbero aprire un nuovo fronte d'indagine e portare alla luce altre centinaia di nominativi di italiani, sconosciuti e vip, che hanno sottratto redditi a tassazione.
Verifiche sui nomi della lista - Capofila dei nuovi accertamenti, ancora una volta, potrebbe essere la procura di Torino, che fu la prima nel 2010 ad aprire un fascicolo e che successivamente inviò le carte a 120 Procure, competenti in base al principio del luogo di residenza della persona indagata. Un anno fa, infatti, i magistrati piemontesi si sono rivolti ai colleghi spagnoli chiedendo di poter consultare i dati in loro possesso dal 2013 e provenienti anch'essi dall'archivio sottratto alla Hsbc da Hervé Falciani. Si tratta di oltre 121mila conti correnti aperti negli anni in diverse filiali della banca britannica - Ginevra ma anche Lugano, Montecarlo, Lussemburgo, Zurigo e isole del Canale - e gli inquirenti sospettano che tra loro si nascondano migliaia di italiani.
Bisognerà ora capire se si tratta di nominativi già contenuti nelle liste precedenti esaminate dagli investigatori o se siano personaggi completamente sconosciuti: allo stato i magistrati hanno ipotizzato il reato di riciclaggio, ma nel fascicolo non risultano indagati.
Redditi non dichiarati per 741 mln - Nel 2010, quando scoppiò lo scandalo, l'Italia ottenne ufficialmente due diverse liste, entrambe dalle autorità francesi. La prima è quella che arrivò alla Gdf nel maggio del 2010 attraverso la cooperazione amministrativa ai fini fiscali e conteneva, appunto, oltre 5.400 nominativi. Oltre 2.100 non sono stati presi in considerazione: i soggetti indicati non avevano fatto alcuna movimentazione. Per gli altri 3.276 sono partiti i controlli ispettivi che hanno consentito di accertare redditi non dichiarati per 741 milioni e Iva dovuta e non versata per 4,5. Ma oltre un terzo di questi soggetti (1.264) non è stato perseguibile in quanto aveva aderito allo scudo fiscale varato dal governo Berlusconi nel 2009. I finanzieri hanno dunque recuperato 30 milioni, mentre 190 persone sono state denunciate per reati tributari e 101 evasori totali sono stati scoperti.
Il caso Swissleaks - Nella lista Falciani apparivano 7mila nomi italiani tra i quali quello dello stilista Valentino Garavani, Flavio Briatore e Valentino Rossi che, da tempo, affermano di non avere più conti in sospeso con il fisco.
La questione è riemersa dopo che alcuni quotidiani internazionali hanno scritto che la banca britannica Hsbc avrebbe aiutato facoltosi clienti a eludere il fisco nascondendo patrimoni di milioni di dollari.