I timori che Atene possa uscire dall'Euro fanno tremare i listini. Milano perde quasi 5 punti. Indici in difficoltà anche per il nuovo ribasso del greggio. Attesa per le mosse della Bce. VIDEO
L'incertezza politica in Grecia e il timore che, dopo le elezioni politiche del 25 gennaio, Atene possa uscire dall'euro, fanno tremare i mercati. Questa ipotesi (il cosiddetto 'Grexit') rafforza l'aspettativa che la Bce possa speditamente muoversi verso l'acquisto dei bond governativi, mettendo sotto pressione le Borse europee e l'euro.
Sprofondano le Borse - Il 5 gennaio, infatti, si trasforma in un lunedì nero per Piazza Affari e i principali mercati continentali: in una sola sessione gli indici europei hanno visto andare in fumo 156 miliardi di euro di capitalizzazione. Il listino di Atene cede quasi 6 punti percentuali, Milano il 4,92%, Parigi il 3,31%,
Francoforte arretra del 3%, Londra perde il 2%. A Madrid l'indice Mibex lascia sul terreno il 3,4%.
Intanto l'euro scende ai minimi da 5 anni e mezzo a 1,1880 dollari, nettamente sotto quota 1,19 dollari. E anche sullo yen la moneta europea passa di mano ai minimi da 2 mesi a 142,86. Lo spread tra Btp e Bund invece tiene bene, in attesa delle mosse di Francoforte sull'acquisto dei bond, sotto quota 130 punti. A questo scenario si aggiunge infine il calo del prezzo del petrolio, che scende al di sotto di 50 dollari al barile a New York. Si tratta del livello più basso registrato dal light crude dall'aprile del 2009.
Bruxelles: Atene rispetti i patti - Il vero punto debole dell'Europa è comunque la Grecia, dopo che il governo tedesco ha dovuto smentire Der Spiegel, solitamente ben informato, secondo il quale il governo di Berlino, se la sinistra di Tsipras dovesse vincere le elezioni, non si opporrebbe se Atene dovesse uscire dall'euro. Già il 4 gennaio il governo tedesco aveva smentito il giornale ribadendo che la Grecia dovrà rispettare i patti e restare nell'euro, qualsiasi sia l'esito elettorale. Oggi, 5 dicembre, il portavoce della cancelliera Angela Merkel ha ribadito che Berlino non cambia posizione e non vuole che la Grecia esca dall'euro.
Nettissima anche la presa di Bruxelles. Secondo i trattati Ue, ha ricordato leggendo il testo una portavoce della Commissione, l'appartenenza all'euro è irrevocabile.
Sprofondano le Borse - Il 5 gennaio, infatti, si trasforma in un lunedì nero per Piazza Affari e i principali mercati continentali: in una sola sessione gli indici europei hanno visto andare in fumo 156 miliardi di euro di capitalizzazione. Il listino di Atene cede quasi 6 punti percentuali, Milano il 4,92%, Parigi il 3,31%,
Francoforte arretra del 3%, Londra perde il 2%. A Madrid l'indice Mibex lascia sul terreno il 3,4%.
Intanto l'euro scende ai minimi da 5 anni e mezzo a 1,1880 dollari, nettamente sotto quota 1,19 dollari. E anche sullo yen la moneta europea passa di mano ai minimi da 2 mesi a 142,86. Lo spread tra Btp e Bund invece tiene bene, in attesa delle mosse di Francoforte sull'acquisto dei bond, sotto quota 130 punti. A questo scenario si aggiunge infine il calo del prezzo del petrolio, che scende al di sotto di 50 dollari al barile a New York. Si tratta del livello più basso registrato dal light crude dall'aprile del 2009.
Bruxelles: Atene rispetti i patti - Il vero punto debole dell'Europa è comunque la Grecia, dopo che il governo tedesco ha dovuto smentire Der Spiegel, solitamente ben informato, secondo il quale il governo di Berlino, se la sinistra di Tsipras dovesse vincere le elezioni, non si opporrebbe se Atene dovesse uscire dall'euro. Già il 4 gennaio il governo tedesco aveva smentito il giornale ribadendo che la Grecia dovrà rispettare i patti e restare nell'euro, qualsiasi sia l'esito elettorale. Oggi, 5 dicembre, il portavoce della cancelliera Angela Merkel ha ribadito che Berlino non cambia posizione e non vuole che la Grecia esca dall'euro.
Nettissima anche la presa di Bruxelles. Secondo i trattati Ue, ha ricordato leggendo il testo una portavoce della Commissione, l'appartenenza all'euro è irrevocabile.