Contro le previsioni dei suoi stessi manager, il social network scopre adesso che gran parte del suo business passa sempre di più da smartphone e tablet: due terzi di introiti pubblicitari vengono proprio dalle piattaforme usate in mobilità. L’INFOGRAFICA
“La crescita dell'uso di Facebook attraverso i nostri prodotti mobili, su cui al momento non mostriamo pubblicità, può avere un impatto negativo sulle nostre entrate e sui nostri risultati finanziari”. Era il 2 febbraio 2012 quando Facebook ufficializzava la sua intenzione di entrare in borsa e nei documenti preliminari descriveva l'universo della mobilità come un possibile problema per la sua crescita. 2 anni e 9 mesi più tardi il social network di Mark Zuckerberg al Nasdaq vale più di 200 miliardi e il suo dominio si è esteso anche su smartphone e tablet.
A confermarlo sono alcuni dati recenti che, una volta messi assieme, spiegano inequivocabilmente perché le preoccupazioni iniziali di Zuckerberg & C. possono dirsi superate. Innanzitutto, le applicazioni che fanno capo al social network risultano costantemente tra le più scaricate nei principali app store. Su Google Play, in particolare, nel mese di settembre occupavano i primi 4 posti. E che di queste applicazioni gli utenti facciano un uso intensivo lo dicono anche i dati presentati in un report della società di telecomunicazione Sandvine. Quando si tratta di traffico dati su mobile, negli Stati Uniti nessun servizio ne produce di più del social network che ha sede a Menlo Park, in California, neanche YouTube. Certo, a questo primato, spiega la stessa Sandvine, ha contribuito la decisione di inserire l'autoplay nei video, che dunque partono automaticamente quando compaiono sulle pagine degli utenti, ma il traguardo dà comunque l'idea della diffusione di Facebook anche fuori dai Pc.
Infine, sono gli stessi conti dell'azienda a ribadire la crescente importanza del mobile per il business del “libro delle facce”. Ormai, si legge negli ultimi risultati trimestrali, due terzi degli introiti pubblicitari della società vengono proprio dalle piattaforme usate in mobilità. Queste cifre depongono bene in vista del futuro. Secondo un rapporto redatto da Ericsson, sia il numero di abbonamenti dati su smartphone che il traffico dati crescerà in modo esponenziale da qui al 2020.
Per dare un'idea della crescita di Facebook oltre il personal computer abbiamo raccolto queste e altre statistiche in un'infografica.
GUARDA L'INFOGRAFICA
A confermarlo sono alcuni dati recenti che, una volta messi assieme, spiegano inequivocabilmente perché le preoccupazioni iniziali di Zuckerberg & C. possono dirsi superate. Innanzitutto, le applicazioni che fanno capo al social network risultano costantemente tra le più scaricate nei principali app store. Su Google Play, in particolare, nel mese di settembre occupavano i primi 4 posti. E che di queste applicazioni gli utenti facciano un uso intensivo lo dicono anche i dati presentati in un report della società di telecomunicazione Sandvine. Quando si tratta di traffico dati su mobile, negli Stati Uniti nessun servizio ne produce di più del social network che ha sede a Menlo Park, in California, neanche YouTube. Certo, a questo primato, spiega la stessa Sandvine, ha contribuito la decisione di inserire l'autoplay nei video, che dunque partono automaticamente quando compaiono sulle pagine degli utenti, ma il traguardo dà comunque l'idea della diffusione di Facebook anche fuori dai Pc.
Infine, sono gli stessi conti dell'azienda a ribadire la crescente importanza del mobile per il business del “libro delle facce”. Ormai, si legge negli ultimi risultati trimestrali, due terzi degli introiti pubblicitari della società vengono proprio dalle piattaforme usate in mobilità. Queste cifre depongono bene in vista del futuro. Secondo un rapporto redatto da Ericsson, sia il numero di abbonamenti dati su smartphone che il traffico dati crescerà in modo esponenziale da qui al 2020.
Per dare un'idea della crescita di Facebook oltre il personal computer abbiamo raccolto queste e altre statistiche in un'infografica.
GUARDA L'INFOGRAFICA