Lisbona sotto pressione per il mancato pagamento di un debito con investitori privati da parte della prima banca del Paese, il Banco Espirito Santo. Pioggia di vendite sul mercato e spread che tornano a salire in tutte le periferie europee
Tornano i fantasmi della crisi sul Portogallo, a meno di due mesi dai festeggiamenti per l’uscita del paese dalla procedura di assistenza finanziaria della Troika. A rigettare Lisbona nel panico il Banco Espirito Santo, prima banca per capitalizzazione del mercato portoghese, e la solidità finanziaria della sua holding.
Il fatto - La conglomerata portoghese Espirito Santo International ha rinviato il pagamento di un debito a breve scadenza emesso a clienti della sua banca privata in Svizzera. La Banque Privee Espirito Santo ha immediatamente fatto sapere che la vicenda coinvolge "pochi clienti e la banca ha richiesto il pagamento da Espirito Santo International (la controllante con sede in Lussemburgo) e continuerà a prendere le misure necessarie per difendere l’interesse dei suoi clienti". Ma la rassicurazione non ha convinto i mercati, anzi.
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— zerohedge (@zerohedge) July 10, 2014
La risposta dei mercati - In poche giorni il titolo del Banco Espirito Santo ha perso il 40% del valore e oggi è stato sospeso dalle contrattazioni, dopo un calo nelle prime ore di scambi vicino al 20%. E la preoccupazione non tocca la sola banca ma si amplia a macchia d’olio sul mercato di Lisbona (l’indice Psi 20, delle 20 società più grandi è da giorni fra i peggiori d’Europa) sulle società portoghesi che hanno investimenti in BES (Telecom Portugal ha fatto sapere di avere 897 milioni di euro di debito del Banco in scadenza a metà luglio e il titolo paga lo scotto sul possibile contagio) e i titoli di Stato lusitani, che rivedono valori pre-smarcamento dalla Troika.
Allarme sulle periferie - Per quanto al momento si tratti di una vicenda dai contorni decisamente localizzati, il problema ha sollevato grossi punti interrogativi fra gli investitori e la pressione dei mercati si è, nuovamente, rivolta alle periferie europee, in particolare su Spagna e Italia, che vedono Spread in brusca risalita e titoli bancari in picchiata. Timori di contagio che sembrano allungarsi anche sul grande malato d’Europa: la Grecia. Oggi il governo ellenico ha emesso un nuovo titolo di stato a 3 anni per raccogliere fondi in vista delle scadenze dei prestiti estivi, ma la risposta dei mercati è stata fredda: domanda solo 2 volte superiore all’offerta, in netto calo rispetto alle 7 volte dell’emissione che aveva segnato il ritorno di Atene sul mercato, ad aprile.