Nel mese di maggio le immatricolazioni sono state 5mila in meno rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. Particolarmente pesante il calo per Fiat Chrysler, che perde l'11,03%. Federauto: "Non è battuta d'arresto ma stagnazione"
Battuta d'arresto per il mercato italiano dell'auto dopo cinque mesi di moderata crescita. Secondo i dati pubblicati sul sito del Ministero dei Trasporti, le immatricolazioni sono state 131.602 contro le 136.850 dello stesso mese del 2013, con una flessione del 3,83%. Particolarmente pesante il calo per Fiat Chrysler Automobiles, che ha immatricolato a maggio in Italia 36.720 vetture, l'11,03% in meno rispetto allo stesso mese del 2013, quando erano state 41.273. La quota mercato è del 27,9% (era del 30,16%), in flessione del 2,26%.
Federauto: "Non è battuta d'arresto ma stagnazione" - Duro il commento di Filippo Pavan, presidente di Federauto, secondo cui il dato "non va letto come un segnale di rallentamento ma come espressione di un mercato in sostanziale stagnazione, nonostante la spinta del noleggio e dei kilometri zero". Federauto evidenzia inoltre che "la situazione del mercato auto è dolorosamente coerente con la situazione economica del Paese, certificata dai dati ufficiali sulla flessione del Pil nel primo trimestre dell'anno, dal generalizzato calo dei consumi di tutti i beni, dal consolidamento della crescita dei disoccupati - record negativo dal 1977 - a cui si aggiungono gli effetti perversi della leva fiscale. Questo spiegherebbe perché gli acquisti di autovetture da parte delle famiglie si mantengono su livelli storicamente minimali e perché quelli delle aziende non si esprimono a livelli comparabili con gli altri paesi europei".
Centro studi Promoter: "A frenare delusione per incentivi ecologici e clima elettorale" - Più cauta la valutazione del centro studi Promoter, secondo cui sul calo delle immatricolazione hanno influito anche "elementi contingenti e psicologici" come "la forte delusione per gli incentivi ecologici annunciati con grande clamore in aprile secondo la formula fallimentare già sperimentata nel 2013 (riproposta con marginali modifiche) e dotati di fondi esauritisi in pochissimo tempo" e "l'appuntamento elettorale". "L'attesa per il risultato delle urne - scrive il centro studi - è da sempre nel nostro Paese un fattore di freno delle decisioni di acquisto, ma ancor più lo è stata nella recente consultazione elettorale svoltasi in un clima di grande incertezza e preoccupazione". "La domanda di autovetture - osserva Promotor - potrebbe però nei prossimi mesi trarre elementi di sostegno da un ulteriore miglioramento del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese alimentato dalla nuova situazione determinatasi con il risultato elettorale delle Europee".
Federauto: "Non è battuta d'arresto ma stagnazione" - Duro il commento di Filippo Pavan, presidente di Federauto, secondo cui il dato "non va letto come un segnale di rallentamento ma come espressione di un mercato in sostanziale stagnazione, nonostante la spinta del noleggio e dei kilometri zero". Federauto evidenzia inoltre che "la situazione del mercato auto è dolorosamente coerente con la situazione economica del Paese, certificata dai dati ufficiali sulla flessione del Pil nel primo trimestre dell'anno, dal generalizzato calo dei consumi di tutti i beni, dal consolidamento della crescita dei disoccupati - record negativo dal 1977 - a cui si aggiungono gli effetti perversi della leva fiscale. Questo spiegherebbe perché gli acquisti di autovetture da parte delle famiglie si mantengono su livelli storicamente minimali e perché quelli delle aziende non si esprimono a livelli comparabili con gli altri paesi europei".
Centro studi Promoter: "A frenare delusione per incentivi ecologici e clima elettorale" - Più cauta la valutazione del centro studi Promoter, secondo cui sul calo delle immatricolazione hanno influito anche "elementi contingenti e psicologici" come "la forte delusione per gli incentivi ecologici annunciati con grande clamore in aprile secondo la formula fallimentare già sperimentata nel 2013 (riproposta con marginali modifiche) e dotati di fondi esauritisi in pochissimo tempo" e "l'appuntamento elettorale". "L'attesa per il risultato delle urne - scrive il centro studi - è da sempre nel nostro Paese un fattore di freno delle decisioni di acquisto, ma ancor più lo è stata nella recente consultazione elettorale svoltasi in un clima di grande incertezza e preoccupazione". "La domanda di autovetture - osserva Promotor - potrebbe però nei prossimi mesi trarre elementi di sostegno da un ulteriore miglioramento del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese alimentato dalla nuova situazione determinatasi con il risultato elettorale delle Europee".