Padoan all'Fmi: "L'economia italiana sta migliorando"

Economia
Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan

Il ministro a Washington per gli incontri del Fondo Monetario Internazionale illustra le misure inserite nel Def: "Avanti con il risanamento, ma a ritmi più graduali". Preoccupazioni per le tensioni in Ucraina

Avanti col risanamento delle finanze pubbliche, ma con un ritmo più graduale: il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, rassicura la comunita' internazionale sugli impegni del governo Renzi, il cui obiettivo principale è il rafforzamento della crescita. Ma senza perdere di vista i conti, con un sostanziale equilibrio di bilancio atteso già nel 2015.

Apprezzamento per le misure inserite nel Def - Ai ministri finanziari e ai governatori centrali di tutto il mondo - riuniti a Washington per gli incontri di primavera del Fondo monetario internazionale - Padoan illustra le linee principali del Def e lo spirito delle ultime misure varate  dall'esecutivo, raccogliendo un generale apprezzamento. "E' stato accolta con estremo supporto la combinazione di riforme strutturali, come quelle del lavoro, e misure di consolidamento della finanza pubblica" che diventa "più favorevole alla crescita", con misure e coperture giudicate "molto credibili", ha dichiarato Padoan al Tg1, sottolineando che "le misure di sostegno alla domanda a breve termine e le misure di semplificazione del mercato del lavoro renderanno più breve l'attesa per la creazione visibile di posti di lavoro. Arriveranno prima di quanto ci si aspetta".

Resta il problema occupazione
- Non a caso, "il nuovo governo in Italia sta rafforzando il processo di riforme per far sì che la ripresa sia più robusta e sostenibile nel medio termine", ha spiegato il ministro, sottolineando come le prospettive per l'economia del nostro Paese siano migliorate dalla seconda metà del 2013. E a proposito della bassa inflazione ha evidenziato come "prezzi contenuti sostengono i redditi reali": ma anche come nei Paesi ad elevato debito pubblico la crescita nominale, vale a dire la crescita reale più l'inflazione, potrebbe facilitare l'abbattimento di quel fardello. Certo, resta l'enorme preoccupazione sul fronte dell'occupazione, che ancora risente dalla profonda recessione degli scorsi anni. In Italia - ha ammesso Padoan -  "le condizioni del mercato del lavoro restano difficili, col tasso di disoccupazione a livelli molto elevati, soprattutto tra i giovani". Per questo il ministro ha sottolineato "l'enorme importanza di assicurare che la ripresa sia abbastanza robusta da assorbire la disoccupazione". Un imperativo, quello dell'occupazione, non solo per l'Italia, ma per tutta l'Europa, come ha ricordato il presidente della Bce, Mario Draghi: "La ripresa nell'area euro procede", ha detto. "E' modesta, ma è meno incerta di quanto non lo fosse tempo fa", anche se - ha aggiunto - "la disoccupazione resta inaccettabilmente alta, con timidi segnali di calo".

Preoccupazione dall'Fmi per la situazione in Ucraina
- Parlando con la stampa Padoan non entra nel merito delle misure più discusse del Def. Sul contestatissimo raddoppio della tassazione sulle quote delle banche in Bankitalia si limita a rinviare ogni commento a "quando e se il provvedimento sarà varato". Intanto il premier Matteo Renzi annuncia che nel 2015 il governo è intenzionato a intervenire sulle pensioni sotto i mille euro: "Quest'anno non ce la facciamo", ha spiegato, mentre si continua a cercare una soluzione e definire il perimetro delle misure e delle risorse con cui estendere il beneficio degli 80 euro in busta paga agli incapienti (coloro che prendono meno di 8.000 euro l'anno e quindi sono esenti dall'Irpef). E se le giornate del Fondo monetario consegnano un maggior ottimismo per il futuro dell'economia, da Mario Draghi a Christine Lagarde sottolineano i rischi legati alla situazione in Ucraina. "I rischi geopolitici, se si dovessero materializzare, avrebbero conseguenze importanti per gli scambi commerciali e l'economia internazionale", ha spiegato anche Padoan, sottolineando la preoccupazione in seno all'Fmi per l'elevata interdipendenza tra Ucraina, Russia e Unione europea.

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